Prima le lacrime all’esordio nel governo Monti, ora l’ammissione, pacata, di scontare il fatto di essere un ministro donna. Elsa Fornero non si nasconde ad una domanda su quanto influisca il suo essere donna a capo di uno dei tre dicasteri in rosa del governo dei Professori. ‘Ho gia’ detto in altre occasioni pacatamente di si’ – sottolinea, parlando a Venezia ad un convegno sul lavoro e la condizione femminile – e ribadisco pacatamente di si”. Poi spiega ancora: ‘adesso sono alle dipendenze degli italiani, anche se sicuramente molti mi vorrebbero licenziare. Ma finche’ non lo fa Mario Monti…’.
L’allusione e’ alla manifestazione degli studenti e dei giovani dei centri sociali che ha accompagnato la sua giornata veneziana. Proteste annunciate, al punto da far cambiare al ministro, gia’ ieri sera, il ruolino di marcia del suo sbarco in laguna: saltato l’incontro all’Universita’ Ca’ Foscari previsto originariamente, al suo posto viene scelta la sede, ritenuta logisticamente piu’ sicura, dell’Isola di San Servolo. Mentre un migliaio di studenti sfila cosi’ in corteo in citta’ per contestarla, il ministro non mette neppure piede in centro storico e fa rotta in motoscafo a San Servolo e poi all’Isola di San Giorgio Maggiore per parlare alla Conferenza sull’amianto.
Nel frattempo tenta l’ultima carta della mediazione, proponendo un incontro in Prefettura con una delegazione ristretta di giovani. Gli studenti, che nel frattempo si sono ammassati nel cortile dell’ateneo e hanno occupato altre sedi scolastiche, chiedono che il ministro venga da loro e respingono ipotesi alternative come ‘una provocazione’. ‘Sono lacrime di coccodrillo – accusa Marta a nome del Collettivo di Ca’ Foscari – le stesse che il ministro versava nel momento in cui ha fatto una riforma senza dialogare con nessuno’. Le critiche piovono soprattutto sulla scelta di San Servolo. ‘Se la Fornero volesse il dialogo – dice ancora la studentessa – non sarebbe andata a blindarsi in un’isola, quando avrebbe potuto aprire le porte del rettorato e discutere con i circa 2.000 giovani presenti’. L’incontro alla fine non si fa e il ministro ribadisce di essere disposta al dialogo con gli studenti che la contestano, ma non agli insulti. ‘Sono disposta a dialogare con tutti – chiarisce – il dialogo pero’ non e’ basato sull’insulto, ne’ sul pregiudizio, tantomeno sulla violenza’.
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