La crisi pesa sulle aziende: negli ultimi 18 mesi ha chiuso un’impresa al minuto. La situazione complessiva ‘e’ difficile e non si vede l’uscita dal tunnel’ e a pesare sulla sopravvivenza sono anche la burocrazia. Basti pensare che solo per pagare le tasse un’azienda deve impiegare mediamente 36 giorni lavorativi. I giovani imprenditori di Confcommercio si sono riuniti a Venezia per parlare di crisi, di possibile rilancio, ma anche per mettere il dito nelle varie piaghe del sistema italiano. Il credit crunch ha sottratto alle imprese 32 miliardi di euro in otto mesi. Mentre i debiti della pubblica amministrazione pesano per 95 miliardi e l’Italia, con i suoi 186 giorni medi di attesa per il pagamento, detiene un negativo primato.
La crisi ha fatto si’ che per i consumi pro-capite ci sia stato ‘un balzo indietro di 15 anni. Abbiamo perso 15 anni di crescita e 15 anni di benessere’, ha detto il presidente dei Giovani imprenditori di Confcommercio, parlando al Forum di Venezia e sottolineando che ‘siamo ancora in un periodo di recessione piena. Dopo la fase di rigore, che era necessaria e indispensabile, si deve passare con lo stesso vigore alla fase rivolta alla crescita sostenendo i consumi e le imprese’, ha aggiunto.
La crisi spinge anche le imprese, in un certo qual senso, a ‘fermarsi’: nel terzo trimestre del 2012 solo il 15,7% delle imprese del terziario si e’ rivolto alle banche per chiedere un prestito. ‘Un valore ai minimi dal 2008 che testimonia la gravita’ della crisi’, evidenziano i Giovani di Confcommercio nel Rapporto ‘Credito e burocrazia’ presentato nel Forum a Venezia, facendo presente che la percentuale delle imprese del terziario di mercato che ha effettivamente avuto finanziamenti sul totale delle imprese e’ di appena il 4,9%. ‘Il fatto che la domanda di credito da parte delle imprese sia ai minimi storici – ha commentato il direttore dell’Ufficio Studi della Confcommercio, Mariano Bella – non ci fa vedere la luce in fondo al tunnel’. Mariano Bella ha sottolineato allora la necessita’ di ‘prorogare la moratoria sui debiti delle pmi, perche’ ha funzionato, e operare sui costi delle commissioni per le carte di credito’. Confcommercio calcola infatti che ‘le risorse che migrano da famiglie e imprese verso il sistema bancario e finanziario solo per la gestione carte sono stimate nell’ordine di oltre 2,4 miliardi di euro’.
Infine sulla legge di stabilita’ all’esame del Parlamento: l’aumento dell’Iva, dal 21% al 22%, ‘e’ in controtendenza con le esigenze del Paese’ e ‘deprimera’ i consumi perche’ il 21% e’ sui beni di largo uso’, rileva il presidente dei Giovani Confcommercio, Galimberti, aggiungendo: ‘Il baratto tra Iva e Irpef non ci piace, non giova ed e’ iniquo’.
Discussione su questo articolo