Foto di gruppo, strette di mano, sorrisi stereotipati, dichiarazioni ufficiali di qualche alto papavero monotone e ripetitive: questa e’ l’Europa di oggi, quella che da anni si autocelebra e si rappresenta nei circuiti internazionali, immobile, parassitaria, anacronistica di fronte alla crescita smisurata dei Paesi asiatici e sudamericani.
Si riunisce ciclicamente, questa pletora di burocrati e finanzieri, per fissare le date delle successive riunioni e promettere "a spizzichi e bocconi" qualche piccola e furbetta decisione di la’ da venire.
E’ il sogno di Mazzini, della Giovine Europa? E’ il progetto dei Padri Fondatori? E’ infine il completamento di quel processo di unificazione pensato a beneficio dei popoli sul modello nordamericano? Nulla di tutto questo: i giovani sono le vittime sacrificali, i Padri Fondatori si rivoltano nelle tombe, il sentimento di unita’ dei popoli e’ pura utopia.
Questa Europa e’ un business per pochi eletti, un giro d’affari colossale che prende ai poveri per dare ai ricchi, un’invenzione puramente teorica, ad usum delphini. E mentre i singoli Stati si affannano schiacciati nella morsa dei vincoli, l’Europa delle inefficienze si bea delle sue tante inutili istituzioni, si chiude nelle sue torri d’avorio tra Strasburgo e Bruxelles e si concede mensilmente al Grande Fratello mediatico recitando lo stesso copione, beffandosi dei popoli, dei loro problemi e delle loro speranze.
Discussione su questo articolo