“Ho sempre raccontato la verita’ non ho problemi a farmi riprendermi dalle tv". Sono le prime parole della escort barese Patrizia D’Addario che sta deponendo al processo in corso dinanzi al Tribunale di Bari a sette persone – tra cui Gianpaolo Tarantini e Sabina Beganovic (in arte Began), la cosiddetta ‘ape regina’ delle feste organizzate dal Cavaliere – accusate di aver portato 26 donne, alcune delle quali escort, nelle residenze dell’allora capo del governo Silvio Berlusconi.
Patrizia D’Addario parla in qualità di testimone al processo escort. "Gianpaolo Tarantini mi propose la candidatura alle elezioni Europee del 2009", racconta. Dopo le due cene a Palazzo Grazioli in compagnia dell’allora premier Silvio Berlusconi, Patrizia D’Addario ha avuto pochi altri contatti con Gianpaolo Tarantini. L’imprenditore barese le aveva "assicurato che Berlusconi le avrebbe dato un ruolo importante a Roma, ma sono stata presa in giro", ha detto la escort barese ai giudici. Quindi, la proposta di candidatura. "Portai il curriculum all’autista di Gianpi, Dino Mastromarco. Poi pero’ il mio curriculum non e’ mai arrivato a Roma. Un giorno mi ha chiamata Tato Greco, grande amico di Tarantini e coordinatore de ‘La Puglia Prima di Tutto’, partito che fa riferimento all’ex ministro Raffaele Fitto, e mi ha offerto la candidatura alle amministrative per il Comune di Bari". Anche quella sfumata dopo la lettera diffusa dall’allora moglie di Berlusconi, Veronica Lario, sulle frequentazioni serali del marito.
Parlando della sua prima volta a palazzo Chigi: “Siamo saliti in taxy in quattro. Io e altre due ragazze dietro, Tarantini avanti. Arrivati davanti al palazzo, Giampaolo ci ha detto di chiudere i finestrini, potevano esserci fotografi. All’ingresso c’erano dei carabinieri. Abbiamo preso l’ascensore e una volta arrivati su c’era il salone pieno di ragazze. C’era champagne, focaccine, chi beveva. C’erano filmati che inquadravano il presidente. Poi quando è arrivato lui ci ha fatto vedere dei filmati dove lui era ripreso tra cui uno alla Casa Bianca. C’era anche un cagnolino che girava tra noi, lui lo chiamava Fru Fru. Mi disse che il cagnolino gli era stato regalato da Bush e la moglie. C’erano ragazze svestite più che vestite, io ero la più vestita. Erano vestite secondo il cliché Tarantini, da camera da letto. Qualcuna non aveva neanche gli slip. Eravamo seduti, ma c’era un gran via vai. Non so perchè Berlusconi ha puntato me. Ha chiesto solo a me e ad un’altra ragazza come ci chiamavamo, mentre solo a me di cosa mi occupavo. Ho risposto di un progetto immobiliare, che stava andando male, che mi avevano solo fregato soldi sul cantiere. Lui sembrava molto interessato. Mi ha preso per mano e mi ha detto vieni con me, la mia imprenditrice. Ci siamo seduti, il tavolo era pieno di farfalle".
Patrizia D’Addario racconta in Tribunale a Bari le serate a casa dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. "Il tavolo della sala da pranzo di Palazzo Grazioli era pieno di farfalle: sulle bottiglie, sul lampadario. Io non capivo – aggiunge – ma poi me l’hanno spiegato. Quelle farfalle avevano un significato: rappresentavano la parte intima delle donne. Insomma era una cena piena di farfalle, in tutti i sensi, compresi i doni del dopocena. C’erano almeno 20-25 ragazze e gli unici uomini erano Gianpaolo Tarantini e Berlusconi. Il presidente pero’ rivolgeva le sue attenzioni solo a me".
Patrizia D’Addario, nella sua deposizione, riferisce altri particolari di quelle serate. "Eravamo quattro ragazze sul letto con Berlusconi. All’improvviso ho sentito che mi accarezzavano in un posto in cui non dovevano. Siccome io un’orgia non l’ho mai fatta, sono corsa in bagno perche’ volevo andare via da Palazzo Grazioli. Berlusconi mi ha raggiunto e mi ha calmato perche’ aveva capito che avevo problemi. Le altre tre ragazze hanno detto: ‘Amore, vai via?’". "Dopo avermi tranquillizzato, il presidente – continua la testimone – mi porto’ in una stanza e mi fece vedere le ville che ha nel mondo e parlammo di materiale edile. Dopo un po’ lasciai il palazzo e tornai in albergo".
Nel corso della deposizione, la D’Addario dice anche di aver saputo da Tarantini di presunti rapporti non protetti di Berlusconi con le ragazze, mentre Tarantini scuote la testa e dice al suo avvocato che non e’ vero. La escort barese ricostruisce in particolare la prima cena a cui partecipo’ a Palazzo Grazioli, il 26 ottobre 2008, al termine della quale decise di non passare le notte con l’allora premier. "Alla cena – afferma – c’erano tante donne, alcune delle quali erano vestite ma non avevano gli slip, le ho viste mentre erano sedute".
"Mi dissero che avevo una cena a Roma con il presidente che avrebbe cambiato la mia vita". Patrizia D’Addario, racconta della prima serata organizzata da Gianpaolo Tarantini e Massimiliano Verdoscia. "Mi dissero come vestirmi, tubino nero senza calze. – dice la escort – Feci esattamente il contrario, misi calze e tailleur e non ero scollata".
Quella sera "nella camera di albergo, Tarantini, in vestaglia, mi disse che saremmo andati a palazzo Grazioli dal presidente Berlusconi – continua D’Addario – facendomi capire in maniera chiara che se volevo incontrare il presidente dovevo andare anche a letto con lui, come tutte le donne che lo incontravano. Io rifiutai e Tarantini dimezzo’ il compenso che mi aveva promesso".
Sarà Tarantini, i giorni seguenti, racconta D’Addario, a cercarla e a rimproverarla ancora una volta per essere andata via senza passare la notte con Berlusconi, parlando di buste che il presidente avrebbe regalato alle altre donne, con 5000, 10mila e 20mila euro. Poi, Tarantini le avrebbe detto che il presidente aveva voglia di rivederla e che doveva tornare a Roma.
TENTATO STUPRO Qualche tempo dopo la seconda cena a Palazzo Grazioli, "un carabiniere in borghese entro’ a casa mia, mi blocco’ e tento’ di violentarmi. Io riuscii a scaraventarlo giu’ dalle scale e chiusi la porta. Lui comincio’ a tirare calci e pugni alla porta". Cosi’ Patrizia D’Addario testimoniando al processo escort. "Qualche giorno dopo – ha aggiunto – lo stesso uomo mi fermo’ per strada per un controllo, la stessa persona torno’ successivamente a bussare a casa mia, ma io non aprii. Il giorno dopo subii un furto: mi portarono via un televisore, cd, vestiti e tanta biancheria intima". La testimone ha detto di non aver mai denunciato il tentativo di violenza, ma solo il furto subito.
Discussione su questo articolo