In primo piano sulla stampa brasiliana il risultato del primo turno elettorale per la presidenza del paese sudamericano. Il presidente uscente Dilma Rousseff (Partito dei lavoratori – Pt) e Aecio Neves (Partito della socialdemocrazia brasiliana – Psdb) sono passati al secondo turno, che si svolgera’ il prossimo 26 ottobre. Con il 99,9 per cento delle schede scrutinate, Rousseff puo’ contare sul 41,59 per cento delle preferenze, Neves sul 33,56 per cento e Marina Silva (Partito socialista – Psb), ritenuta per diverse settimane la favorita nella corsa alla presidenza, solo il 21,32 per cento.
Commentando i risultati delle elezioni, che non le hanno risparmiato il ballottaggio, Rousseff ha ringraziato soprattutto il Pt e l’ex presidente Lula. "Senza il presidente Lula non sarei mai arrivata fin qui. Non sarei stata in grado di realizzare il mio sogno di costruire un Brasile migliore – ha dichiarato il presidente – Come abbiamo gia’ detto, la lotta continua, una lotta che senza dubbio sara’ vittoriosa, perche’ e’ la lotta del popolo brasiliano".
Aecio Neves ha invece fatto appello ad un’"unione dell’opposizione", dal momento che la principale sconfitta alla urne, Marina Silva, in una conferenza stampa tenutasi a San Paolo ha segnalato la propria volonta’ di sostenere Neves al ballottaggio. I risultati del primo turno elettorale mostrano, tuttavia, un "dato significativo quanto preoccupante". La percentuale di astenuti raggiunge il 19,40 per cento; le schede lasciate in bianco sono state il 3,8 per cento e quelle nulle il 5,7 per cento. Il 28,9 per cento degli aventi diritto non ha votato per nessuno dei candidati alla presidenza brasiliana. La percentuale di astenuti si e’ mantenuta entro il limite del 20 per cento nelle circoscrizioni chiave: Rio de Janeiro, Sao Paulo e Minas Gerais. Cio’ significa che c’e’ ancora una immensa massa di elettori da conquistare. E sono loro – scrive il quotidiano "Jornal do Brasil" – quelli che "decideranno le elezioni".
I dati evidenziano anche la "delusione" degli elettori rispetto ai candidati e alle loro proposte politiche. Secondo il quotidiano "O Globo", per chiunque verra’ eletto nuovo presidente del Brasile, la sfida principale a partire dal 2015 sara’ quella di "riorganizzare l’economia" per reindirizzare il paese verso un percorso di crescita e di controllo dell’inflazione. Gli economisti intervistati dal quotidiano brasiliano concordano sul fatto che l’attuale scenario caratterizzato da "stagnazione economica, inflazione oltre il tetto massimo legale, deficit fiscale e sfiducia degli agenti economici", necessita di un "adeguamento immediato" da parte del nuovo governo.
"Recuperare la credibilita’ e la fiducia nella politica economica nazionale" e’ un’altra delle sfide fondamentali individuate dagli analisti brasiliani. Il nuovo presidente dovra’ percio’ "bilanciare le entrate e le spese e aumentare la trasparenza nei conti pubblici". Con un fatturato in calo e una spesa pubblica aggravata dalle elezioni, l’avanzo primario, indicatore seguito con la lente di ingrandimento dai mercati, non arrivera’ neanche vicino a quanto promesso dal governo uscente per mantenere sotto controllo il debito.
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