Dilma Rousseff, classe 1947, nasce in una famiglia borghese a Belo Horizonte, capitale di Minas Gerais, terzo Stato piu’ ricco del Brasile. Suo padre era un avvocato e imprenditore di successo di origine bulgara, la madre una maestra delle elementari.
Dilma frequenta le migliori scuole, riceve una formazione classica, studia francese, pianoforte e si appassiona per la letteratura europea. A 16 anni entra nella lotta armata, militando nella Var-Palmares, gruppo guerrigliero marxista. E’ catturata e dal 1970 al 1973 resta in carcere, dov’e’ torturata. Inizia la sua carriera politica democratica nel Partito democratico laburista (Pdt), che lascia soltanto nel 2000 per entrare nel Partito dei lavoratori (Pt, di sinistra) fondato dall’ex sindacalista e poi presidente della Repubblica, Luiz Inacio Lula da Silva (2003-2010).
Dopo vari incarichi economici a Porto Alegre, nel 2003 diventa ministro dell’Energia e delle Miniere nel primo mandato dell’ex tornitore meccanico. Nel 2005, quando esplode il grande scandalo di corruzione conosciuto come ‘Mensalao’ (la tangentopoli brasiliana), che coinvolge i vertici del Pt, Rousseff viene promossa braccio destro di Lula. Acclamata come ”madre del Pac” (il colossale programma di accelerazione della crescita brasiliana), nel febbraio 2010 e’ candidata ufficiale alla successione di Lula, arrivato al termine dei suoi due mandati. Nel gennaio 2011 diventa la prima presidente donna della storia del Brasile.
Marina Silva, 56 anni, nasce in una piantagione di caucciu’ nello Stato amazzonico di Acre, al confine con la Bolivia, famoso per la produzione di gomma e abitato da numerose popolazioni indigene. Discendente da antenati afro-brasiliani e portoghesi, cresce nella miseria in una famiglia con 11 figli. Dopo un’infanzia difficile (affronta cinque volte la malaria, oltre a tre epatiti e una leishmaniosi), rimane orfana della madre all’eta’ di 14 anni. Per aiutare i fratelli inizia a lavorare come donna di servizio. La sua salute fragile viene ulteriormente debilitata e rischia di morire per avvelenamento da mercurio, usato dai cercatori d’oro nel fiume presso cui vive. Viene salvata da un vescovo cattolico, che la porta in convento, dove viene educata.
Marina impara a leggere e scrivere a 16 anni: un decennio dopo, a 26 anni, conseguira’ la laurea in storia. Il suo attivismo politico inizia grazie al sodalizio con l’ambientalista Chico Mendes, assassinato nel 1988. Nel 1994 e’ eletta senatrice, la piu’ giovane del Brasile. Nel frattempo affiliatasi al Partito dei lavoratori (Pt, di sinistra), viene scelta dall’allora presidente della Repubblica, Luiz Inacio Lula da Silva (2003-2010) come ministro dell’Ambiente.
Lascia pero’ il dicastero e il partito nel 2008 per divergenze interne e polemiche sulla deriva ‘rampante’ del nuovo potere. Nel 2010 tenta la sua prima scalata alla presidenza del Paese per il Partito verde: si classifica terza, battuta da Dilma Rousseff, ma ottiene comunque quasi venti milioni di voti. Questa volta ci riprova dopo aver rimpiazzato Eduardo Campos, il candidato del Partito socialista (Psb) morto durante la campagna elettorale in un incidente aereo, con il quale aveva inizialmente fatto ticket in veste di vice.
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