La rivoluzione e’ stata tradita, perchè il primo presidente egiziano eletto davvero democraticamente sarà un militare o un leader islamico conservatore, i dubbi sono ormai pochissimi. Autocritica, sconcerto, delusione. Attivisti e intellettuali egiziani reagiscono con un misto di emozioni messi davanti alla realta’, se verranno confermati i dati ufficiosi: al ballottaggio andranno un generale, l’ex premier Ahmad Shafiq, e un islamico considerato conservatore, Mohamed Morsi.
A chi, come il deputato indipendente Mustafa el Naggar, incita i movimenti e gli oppositori dell’ex rais a rimboccarsi le maniche dicendo che ‘la guerra non e’ finita’, risponde Ayman Nour, che delle presidenziali e’ un veterano, essendosi presentato contro lo stesso Mubarak nel 2005 in elezioni decisamente meno aperte di quelle appena svolte. ‘La scelta ora e’ quella piu’ difficile. Do’ la colpa ai rivoluzionari perche’ sono stati messi in guardia contro questo scenario e non ci hanno dato la chance di unificare i nostri ranghi dietro un candidato unico’.
L’attivista Nawara Negm, che ieri ha lanciato un appello accorato al nasseriano Hamdin Sabbahi, dato finora come terzo e all’islamico moderato Abdel Moneim Abul Fotouh, al quarto posto, a rinserrare le fila per fare fronte comune contro l’ancien regime o lo stato islamico, oggi e’ sarcastica e amareggiata.
‘Se Shafiq vince non chiedete un’altra rivoluzione perche’ il problema sta nel popolo. Chi ha scelto Morsi lo ha fatto per torturare i laici, chi ha scelto Shafiq lo ha fatto per torturare gli islamisti. E’ un popolo di folli. Morsi non merita di vincere e il popolo non si merita Shafiq’, scrive dicendo che andra’ al ballottaggio e sulla scheda elettorale scrivera’ i nomi di manifestanti morti durante la rivoluzione.
Il blogger Alaa Abdel Fatah, detenuto per circa tre mesi alla fine all’anno scorso per le sue critiche alle forze armate, invece, al ballottaggio votera’ e scegliera’ il candidato dei Fratelli musulmani ‘Scelgo il cambiamento. in questo momento e’ meglio di Shafiq’, scrive su Twitter. Lo stesso fara’ una’altra attivista Asmaa Mahfouz. Tamer el Kadi, portavoce dell’Unione dei giovani della rivoluzione ha detto ache una vittoria di Shafiq sarebbe una vittoria della ‘controrivoluzione’. Sono in corso contatti con gli altri movimenti per ritornare in piazza se l’ex premier uscira’ vincitore dalle urne, spiega. Ma la chiamata alla piazza raccoglie pochi consensi. Wael Ghonim il cyberattivista, che aveva dato il suo sostegno a Abul Fotouh, non unisce la sua voce a coloro che attaccano chi ha scelto Shafiq. ‘Non dobbiamo incriminare i cittadini che hanno scelto chi non ci piace. Prendiamocela con noi stessi, che non siamo riusciti a convincerli. Dobbiamo rispettare il risultato delle elezioni qualsiasi esso sia, fintanto che le elezioni non siano truccate, perche’ questa e’ la volonta’ del popolo. Non abbiamo fatto la rivoluzione per mandare via Mubarak il dittatore e poi qualcuno ci viene a dire che e’ la piazza che governa l’Egitto. Dobbiamo rispettare quello che il popolo sceglie’.
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