L’età media dei vincitori è di 50 anni. Su 20, 10 sono uomini e 10 sono donne. Gli stranieri, tutti cittadini Ue, sono sette (tre tedeschi, due austriaci, un britannico e un francese): questo l’identikit dei nuovi direttori dei 20 principali musei italiani, usciti dalla procedura di selezione internazionale prevista dalla riforma del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini.
Tra gli stranieri figurano lo storico dell’arte tedesco Eike Schmidt agli Uffizi di Firenze; lo storico dell’arte francese Sylvain Bellenger al Museo di Capodimonte (Napoli); il museologo e manager culturale britannico James Bradburne alla Pinacoteca di Brera (Milano); la storica e manager culturale tedesca Cecilie Hollberg all’Accademia di Firenze; lo storico dell’arte austriaco Peter Aufreiter alla Galleria nazionale delle Marche (Urbino); l’archeologo tedesco Gabriel Zuchtriegel al Parco archeologico di Paestum e lo storico dell’arte austriaco Peter Assmann al Palazzo Ducale di Mantova.
Le italiane che tornano dall’estero sono invece quattro: la storica dell’arte Martina Bagnoli alla Galleria Estense (Modena), la storica dell’arte Flaminia Gennari Santori alle Gallerie nazionali di arte antica (Roma), la storica dell’arte Paola D’Agostino al Museo nazionale del Bargello (Firenze) – tutte di rientro dagli Usa – e l’archeologa Eva Degl’Innocenti al Museo archeologico nazionale di Taranto, di rientro invece dalla Francia.
"Davvero con queste 20 nomine di così grande levatura scientifica internazionale il sistema museale italiano volta pagina e recupera un ritardo di decenni" dichiara il ministro Franceschini che sottolinea come la Commissione presieduta da Paolo Baratta e di cui hanno fatto parte Lorenzo Casini (professore di diritto amministrativo dell’Università di Roma la Sapienza ed esperto di legislazione per il patrimonio culturale), Claudia Ferrazzi (segretario generale dell’Accademia di Francia-Villa Medici di Roma, già vice amministratore generale del Louvre), Luca Giuliani (professore di archeologia classica e Rettore del Wissenschaftskolleg di Berlino) e Nicholas Penny (storico dell’arte, direttore della National Gallery di Londra) "ha fatto un grande lavoro ed ha offerto al direttore generale dei Musei del Mibact, Ugo Soragni, e a me la possibilità di scegliere in terne di assoluto valore".
"I nuovi direttori sono italiani, stranieri e italiani che tornano nel nostro Paese dopo esperienze di direzione all’estero. Negli incontri che ho avuto nei mesi scorsi con i direttori dei più grandi musei del mondo e con molti colleghi ministri della Cultura – prosegue Franceschini – ho riscontrato grande apprezzamento per la procedura di selezione internazionale avviata contestualmente per i nostri più grandi musei statali. Un passo storico per l’Italia e i suoi musei che colma anni di ritardi, che completa il percorso di riforma del ministero e che pone le basi per una modernizzazione del nostro sistema museale. I risultati di questo anno di nuove politiche di apertura dei musei italiani e l’investimento sulla valorizzazione dimostrano che grande contributo si può dare alla crescita del Pese con scelte coraggiose sia per una migliore tutela del patrimonio che per una sua valorizzazione, per la cittadinanza e i turisti di tutto il mondo".
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