Made in Italy, il petrolio italiano. Sono tantissime le nostre eccellenze, in tanti settori. Per quanto riguarda poi l’enogastronomia, davvero non abbiamo rivali al mondo. Ma l’Italia non sempre dimostra di esserne consapevole e spesso non difende come dovrebbe i propri tesori. Secondo una analisi della Coldiretti, “la contraffazione e la falsificazione dei prodotti alimentari Italian sounding a livello internazionale costa all’Italia trecentomila posti di lavoro che si potrebbero creare nel Paese con una azione di contrasto a livello nazionale ed internazionale".
Il ministero dello Sviluppo Economico per la prima volta ha deciso di mettere in atto “azioni di contrasto all’italian sounding”, che, commenta Coldiretti, “solo nell’agroalimentare sviluppa un fatturato di oltre 60 miliardi di euro, quasi il doppio dei prodotti originali".
Sono le imitazioni low cost dei cibi italiani doc il verso nemico del made in Italy all’estero, tanto che "due prodotti alimentari di tipo italiano su tre in vendita sul mercato internazionale sono il risultato dell’agropirateria internazionale".
I prodotti più taroccati sono i formaggi – in testa Parmigiano reggiano e Grana padano -, i salumi, dal prosciutto di Parma al San Daniele, e poi ancora il nostro olio, il nostro pomodoro, persino la pasta. Inoltre, a questa realtà, "se ne aggiunge una ancora piu` insidiosa, quale e’ quella dell’italian sounding di matrice italiana, che importa materia prima (latte, carni, olio) dai paesi piu` svariati, la trasforma e ne ricava prodotti che successivamente vende come italiani senza lasciare traccia attraverso un meccanismo di dumping che danneggia e incrina il vero made in Italy, perche’ non esiste ancora per tutti gli alimenti l’obbligo di indicare la provenienza in etichetta".
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