La Banca centrale europea ha ‘fatto davvero tutto il possibile’, e ‘ora l’iniziativa spetta ai governi’, chiedendo il ‘salvagente’ europeo quando necessario. E facendolo senza troppo timore per le condizioni che verranno richieste, perche’ queste ‘non devono essere necessariamente punitive’. Il presidente della Bce, Mario Draghi, torna sul tema scottante degli acquisti dei titoli di Stato in funzione ‘anti-spread’ varati un mese fa: ‘noi siamo pronti’, dice dopo che il consiglio Bce ha mantenuto i tassi fermi allo 0,75% senza nemmeno discutere un taglio per i prossimi mesi. Draghi lancia una serie di messaggi ‘politici’, visto che nella riunione di oggi, ospitata da una banca centrale nazionale come accade due volte l’anno, non figuravano in agenda grandi decisioni operative. Un primo messaggio e’ in replica alle critiche della Bundesbank nei confronti del ‘piano Draghi’ che va ad affiancare il fondo salva-Stati’ europeo: ‘ci permettera’ di evitare sfide potenzialmente gravi per la stabilita’ dei prezzi’ e ‘siamo strettamente nel nostro mandato’. E del resto il meccanismo della Bce, chiamato ‘Omt’, ha ‘contribuito ad alleviare’ le tensioni sui mercati che minacciano la gia’ ‘debole’ crescita dell’Eurozona, scongiurando ‘scenari distruttivi’. VI sono segnali positivi dovuti al solo effetto-annuncio: l’Italia sta vedendo ‘considerevoli afflussi di depositi bancari’, e si sono ‘stabilizzati’ gli squilibri nell’esposizione delle banche centrali di Eurolandia visibili sul sistema ‘Target 2’, che tanto allarmano la ‘Buba’.
Ma fra i destinatari di Draghi ci sono soprattutto i governi, in particolare la Spagna. Da mesi Madrid e’ sul punto di chiedere un salvataggio ‘tout court’, non solo bancario. Ma il governo Rajoy esita, tirando in ballo proprio i timori per le misure che deve negoziare con la ‘troika’ Bce-Fmi-Ue, anche se di fatto le sta anticipando facendole proprie. Dopo la finanziaria varata dal premier Mariano Rajoy, Draghi puo’ dire che a Madrid ‘si sono fatti progressi significativi’, ma ‘restano sfide significative’. E il presidente Bce glissa sulla domanda se i tassi spagnoli siano a livelli gestibili.
Con Cipro sull’orlo del salvataggio, la stessa Slovenia a rischio, l’Italia tenuta sotto osservazione, l’invito ai governi e’ a non esitare, e insistere ‘con le misure necessarie per ridurre gli squilibri sia di bilancio che strutturali’. Un nodo sul quale il presidente della Bce insite particolarmente.
Spagna, Grecia e Portogallo hanno inflitto severe misure di austerity, si temono le ripercussioni sociali gia’ evidenti nelle piazze. E Draghi chiude la porta all’ipotesi di allungare le scadenze dei bond greci in mano alla Bce: ‘equivarrebbe al finanziamento monetario’. I timori a chiedere l’aiuto esterno, resi espliciti da Madrid, sembrano incentrarsi sulla firma del ‘memorandum’ con la troika che viene tratteggiato come una drammatica imposizione dall’esterno di austerity fiscale. Non e’ cosi’ per Draghi: ‘c’e’ la tendenza a identificare la condizionalita’ con misure dure’, ma ‘le condizioni non devono necessariamente essere punitive’. Piu’ che ad abbassare l’asticella dei risanamenti di bilancio, il suo e’ un invito a considerare le riforme ‘memorandum’ nella loro interezza: rigore di bilancio, possibilmente tagliando la spesa improduttiva, piu’ che aumentando le tasse. Ma anche rilancio della crescita attraverso le misure strutturali, a partire dalle liberalizzazioni, un tema che politicamente e’ spesso piu’ difficile ancora del risanamento dei conti pubblici.
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