1.726 operatori su 2.700 dipendenti verranno messi in mobilità. Anche il noto imprenditore Pasquale Natuzzi, con l’azienda “Divani&Divani” di Santeramo in Colle (BA), decide di abbandonare sempre più il distretto murgiano che tra Puglia e Basilicata ha prosperato negli anni. L’ennesima bomba ad orologeria è scoppiata nel mondo sempre più esangue dell’occupazione. Siamo all’allarme sociale se, anche chi da sempre ha lottato per difendere i livelli occupazionali, ora deve cambiare e ridurre gli orizzonti, pensando alla salvezza dell’impresa. Il Paese è fermo, anzi, retrocede. I consumi calano a picco e fare impresa è diventato un atto di eroismo tanto sontuoso da costringere i super man di turno a conservare il mantello, sperando di sfoggiarlo in tempi migliori.
Non c’è più nulla, specie nel Mezzogiorno. Mancano gli investimenti, una pianificazione industriale seria e capace di dar frustate al cavallo dell’economia, manca una progettazione, manca il futuro. Ecco, il prezzo di questa crisi è proprio lui, il futuro. Austerità, sacrifici, debito, sono tutte fiches di un sistema sbagliato che punta su una roulette Russa. La domanda finale è: “Chi non fallirà?”.
Il governo resta inerme, non c’è visione d’insieme, chiarezza d’intenti su come superare la tempesta e soprattutto non abbiamo uno straccio di base su cui cominciare a costruire qualcosa di diverso. Mentre alla Camera si battibecca per il nome a cui affidare la vicepresidenza dell’uscente Lupi, fuori dai Palazzi v’è una Italia in coma, senza nessuno che la venga a trovare. Stiamo perdendo una intera generazione, il costo umano di capitale inespresso si stima intorno ai 25 miliardi di euro. Se non si mette mano al motore della ripresa difficilmente la benzina degli incentivi produrrà qualcosa. Da questa miope Europa spero venga una scossa, prima che sia tardi, troppo tardi.
Twitter @andrewlorusso
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