‘Nessuna richiesta di salvataggio’ all’Europa. Il premier spagnolo Mariano Rajoy e’ risoluto nell’allontanare – almeno a parole – il fantasma del ‘rescate’. L’occasione e’ la conferenza stampa congiunta col presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy, che tuttavia sottolinea come l’Ue sia ‘pronta ad intervenire sulla base di un breve preavviso’. Ma la parola – evidenzia Van Rompuy – ‘spetta al governo’ iberico.
Rajoy non ha tentennamenti, anche se ha appena ricevuto una richiesta da parte della Catalogna (motore economico del Paese) per 5,023 miliardi di euro da attingere al Fondo di liquidita’ regionale del Ministero delle Finanze, per affrontare i pagamenti in scadenza nell’ultimo trimestre dell’anno e coprire il deficit di bilancio. ‘Non ci sono negoziati, perche’ non ci sono richieste di salvataggio’, afferma il premier spagnolo e promette che aiutera’ la Catalogna ‘come in molte altre occasioni e come aiutiamo tutti’. Ma insiste: ‘ora ci dobbiamo concentrare sulla cosa principale’. La barra e’ a dritta – evidenzia – per tenere fede agli impegni presi. Misure ‘dure, complicate e difficili’, le definisce. ‘Misure decise e coraggiose’, riconosce Van Rompuy, che richiama l’urgenza di ‘avanzare con l’unione bancaria per rafforzare la stabilita’ finanziaria’, uno dei temi su cui si stanno concentrando gli sforzi per arrivare ad una prima stretta gia’ ad ottobre. E proprio l’incontro di oggi con Van Rompuy inaugura per Rajoy una fitta agenda di appuntamenti con i leader Ue. E’ infatti attesa per dopodomani la visita del presidente francese Francois Hollande, mentre per il 6 settembre quella della cancelliera tedesca Angela Merkel. Sullo sfondo di questa certosina tessitura, oltre alla messa a punto dei dettagli per il prestito da 100 miliardi di euro per il rifinanziamento del sistema bancario, pesa proprio l’ombra del ‘salvataggio’, quello che almeno a parole oggi Rajoy ha voluto esorcizzare.
D’altronde, anche di fronte ai dati della Banca centrale europea, che denunciano come nel mese di luglio ci sia stato un crollo dei depositi bancari di famiglie e aziende, equivalente ad un ritiro di 74.228 milioni di euro (-4,6%), la piu’ forte emorragia dal settembre 1997, il governo ha cercato di minimizzare.
Intanto nel vicino Portogallo e’ in corso da oggi la missione numero 5 dei tecnici della Troika (Ue, Bce e Fmi) in un viaggio su cui pesa una possibile richiesta di Lisbona di prorogare i tempi necessari per portare il deficit sotto il tetto del 3%. Secondo gli impegni presi con la Ue, il Portogallo avrebbe dovuto raggiungere il 3% di deficit quest’anno, per poi scendere al di sotto a questa soglia nel prossimo. Gli ultimi dati ufficiosi indicano pero’ un derapage sostanziale delle finanze lusitane, con il deficit al 6%. La Troika e’ quindi chiamata a valutare l’implementazione di nuove misure necessarie per garantire il rispetto degli impegni presi, o un’eventuale maggiore flessibilita’.
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