Papa Francesco ha oggi "accettato le dimissioni" degli arcivescovi di Lubiana, Anton Stres, primate di Slovenia e presidente della locale Conferenza episcopale, e quello di Maribor, Marjan Turnsek. Un passaggio formale: egli stesso le aveva sollecitate in via riservata a fine aprile. Nell’ambito del riordino avviato da Francesco, il crac finanziario dell’arcidiocesi di Maribor, di 800 milioni di euro, nel quale sono rimasti coinvolti i due alti prelati, non poteva non restare impigliato nelle maglie del controllo.
Andrej Glavan, vescovo di Novo Mesto, e’ stato nominato nuovo reggente dell’arcidiocesi di Lubiana; Stanislav Lipovsek, vescovo di Celje e’ invece il nuovo reggente dell’arcidiocesi di Maribor. A confermare la rinuncia alla carica episcopale sono stati gli stessi Stres e Turnsek in una conferenza stampa con il nunzio apostolico di Slovenia, Juliusz Janusz. Stres e Turnsek hanno detto di essere rammaricati per quanto e’ successo e hanno ammesso in parte di avere responsabilita’ nella vicenda in quanto esponenti ecclesiastici ai vertici – Stres fu arcivescovo coadiutore da febbraio 2009 a gennaio 2010, quando fu nominato arcivescovo di Lubiana, e Turnsek fu nominato arcivescovo coadiutore di Maribor nel 2010 e arcivescovo nel 2011, dopo le dimissioni del predecessore Franc Kramberger (a causa dello stesso crack finanziario). "Non siamo i colpevoli principali", ha specificato Stres. Il quale ha addotto che a produrre la bolla finanziaria sarebbe stata la cattiva gestione delle holding finanziarie Zvon 1 e Zvon 2, facenti capo a Maribor. ”L’arcidiocesi non ha affondato le due holding, ma sono state le holding ad affondare l’arcidiocesi. Io non ho avuto voce in capitolo nella loro gestione”. Turnsek ha detto di aver fatto un passo indietro "per aiutare a far chiarezza dentro la Chiesa slovena e per ridarle credibilita’". Azzerati anche i vertici della Conferenza episcopale slovena, alla cui guida sono stati nominati i reggenti delle due arcidiocesi, i vescovi Glavan e Lipovsek. Lo scandalo del crack finanziario dell’arcidiocesi di Maribor e’ stato reso noto da un’inchiesta del settimanale L’Espresso nel gennaio 2011, che aveva rivelato il buco di 800 milioni euro imputabili a Zvon 1 e Zvon 2, create dopo la vendita della Krekova banka (vicina alla Chiesa cattolica slovena) a Raiffeisen bank negli anni ’90. Il buco in parte fu causato da investimenti nella societa’ di telecomunicazioni T2, che aveva l’intenzione di estendere i cavi ottici in Slovenia. Risultato: Zvon 1 e Zvon 2 sono falliti. Secondo la Banca centrale slovena (luglio 2012) Zvon 1 ha un debito superiore a 180 milioni euro nei confronti delle tre banche slovene piu’ importanti (Nlb, Nkbm, Abanka): la societa’ T-2 ha debiti per 124 milioni euro nei confronti delle banche slovene. Ci sono inoltre altre aziende, che gravitavano nella galassia dell’arcidiocesi di Maribor, che sulle quali sono ricaduti gravi problemi finanziari, come Helios, Steklarna Rogaska, Mladinska knjiga. Stres e Turnsek non sono i soli a pagare per lo scandalo: prima di loro si sono dimessi l’ex arcivescovo Franc Kramberger e l’economo Mirko Krasovec.
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