Silvio Berlusconi è stato condannato a tre anni di carcere per corruzione dal Tribunale di Napoli nel processo relativo alla cosiddetta compravendita dei senatori. Alla stessa pena è stato condannato anche l’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola, che in aula questa mattina ha accusato un malore.
Dunque per la IV sezione del tribunale di Napoli il leader di Forza Italia e Valter Lavitola sono colpevoli del reato di concorso in corruzione nel processo sulla compravendita dei senatori e dovranno scontare una pena di tre anni di reclusione ciascuno. La sentenza è arrivata dopo oltre sei ore di camera di consiglio.
L’uomo di Arcore, secondo i pm partenopei, ha pagato il voto parlamentare dell’allora senatore Sergio De Gregorio, con tre milioni di euro tra il 2006 e il 2008 per indebolire o addirittura far cadere il governo allora guidato da Romano Prodi. La procura aveva chiesto per Berlusconi la pena di 5 anni di reclusione mentre per Lavitola 4 anni e quattro mesi.
"E’ una sentenza che riteniamo clamorosamente ingiusta e ingiustificata". Lo ha detto l’avv. Niccolo’ Ghedini, difensore di Silvio Berlusconi, sottolineando che il processo si prescrivera’ il 6 novembre. Nonostante la prescrizione Ghedini ha espresso l’auspicio che la Corte di Appello assolva Berlusconi nel merito.
"Un processo politico, nato come tale e portato avanti con un teorema precostituito si conclude nel peggiore dei modi. Questa non è giustizia ma il suo esatto contrario. Quello che accade da vent’anni a questa parte al Presidente Berlusconi è inaccettabile e non smetteremo mai di denunciarlo": lo dichiara, in una nota, la deputata e responsabile comunicazione di Forza Italia, Deborah Bergamini.
In aula, la 117 del nuovo palazzo di giustizia, affollata di cronisti anche stranieri, c’erano i quattro pm titolari dell’indagine, l’aggiunto Vincenzo Piscitelli e i sostituti Alessandro Milita, Fabrizio Vanorio e Henry John Wodcoock. Ma anche l’intero collegio di difesa di Berlusconi, Fausto Coppi, che si rinfrescava con un ventaglio rosso come la cravatta in un locale torrido e senza condizionatore d’aria, Niccolo’ Ghedini e Michele Cerabona. Il Senato e’ parte civile nel procedimento ed era rappresentato dall’avvocatura dello Stato. Anche Forza Italia era tutelata da Bruno Larosa.
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