“Le elezioni dei COMITES, per lungo tempo attese, sono state indette con modalità tali da compromettere i diritti costituzionalmente riconosciuti di milioni di cittadini italiani, come in molti avevano segnalato da subito al Governo e al MAE, purtroppo inutilmente”. Durissime le parole con cui Claudio Micheloni, Pd, presidente del Comitato per le questioni degli italiani all’estero al Senato, bacchetta il governo sulle modalità scelte per il rinnovo dei Comitati degli italiani nel mondo.
In una nota, Micheloni continua: “Per fare solo pochi esempi, in Vallonia, su oltre 150.000 elettori italiani, gli iscritti al 28 ottobre risultavano essere 815; in Svizzera, stando a quanto comunicato dall’ambasciatore, risultano 8.000 iscritti su 400.000 elettori”. Numeri che fanno venire i brividi e che danno fin d’ora l’idea di quanto sia bassa la partecipazione dei connazionali a queste elezioni.
Quanto alle liste, il senatore eletto nella ripartizione estera Europa spiega: “a Barcellona, Madrid, Liegi, Lille, Lione, Nizza, etc. non è stata presentata alcuna lista; a Londra le liste ammesse saranno probabilmente ridotte da tre a una, peraltro riconducibile a Forza Italia; in molti consolati è stata depositata una sola lista, e questi, va ribadito, sono solo alcuni dei molti casi che stanno emergendo giorno dopo giorno. Non a caso l’ACLI Francia, la Federazione delle Colonie Libere Italiane in Svizzera e moltissimi altri soggetti associativi e singoli cittadini denunciano questo stato di cose, invocando lo spostamento delle elezioni alla prossima primavera”.
E qui il contrasto con Eugenio Marino, responsabile italiani nel mondo del Pd, ovvero dello stesso partito di Micheloni: “Riesce molto difficile riconoscersi nella soddisfazione manifestata dal responsabile Pd Eugenio Marino, il quale esprime un giudizio positivo sul numero di liste presentate, mentre evita significativamente qualsiasi riferimento al numero degli elettori coinvolti, arrivando a sostenere che i problemi esistenti riguardano poche realtà europee caratterizzate da una scarsa presenza di cittadini italiani”.
Per Micheloni “proseguendo in questo modo, la partecipazione alle elezioni si attesterà su percentuali imbarazzanti, a una sola cifra, e non certo a causa di un distacco dei cittadini, come qualcuno certamente vorrà poi dimostrare. Se un partito che si definisce democratico esprime soddisfazione di fronte a questa realtà, viene da pensare che quel partito, o quel responsabile, siano impegnati esclusivamente a sopravvivere. Obbiettivo peraltro irrealizzabile, nonché mediocre, visto che nessuno potrà più difendere né le ragioni né i costi di un sistema di rappresentanza irrimediabilmente delegittimato”.
Micheloni si aspetta che Matteo Renzi, “segretario del Pd nonchè Presidente del Consiglio, voglia e sappia porre fine a questo scempio”, e che faccia in modo di “cambiare la mentalità di quei dirigenti del suo partito i quali, evidentemente, si preoccupano di salvaguardare un ristretto numero di amici”.
“Se il Governo non riterrà di invertire subito e radicalmente questa tendenza, dando seguito all’ordine del giorno recentemente approvato a larga maggioranza dal Senato – inteso non a rinviare le elezioni dei Comites, ma a celebrarle con tempi e modalità tali da restituire dignità ed efficacia alla rappresentanza degli italiani all’estero – sarò costretto a trarne le conseguenze, continuando a battermi per i diritti degli italiani all’estero in carne e ossa che ho l’onore di rappresentare nel Senato della Repubblica”. Cosa vorrà dire Micheloni? Qual è il suo messaggio? E’ pronto a lasciare il Pd? Lo sapremo presto, perché a questo punto sarà molto difficile per il governo tornare sui propri passi.
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