E’ in controtendenza l’export agroalimentare che nel 2024 cresce dell’8% in valore rispetto al 2023, a fronte della lieve flessione generale (-0,4%), segnando il record di sempre. E’ quanto emerge da un’analisi Coldiretti in occasione dei dati Istat sul commercio estero nel periodo gennaio-dicembre, con la bilancia commerciale che per il cibo tricolore fa segnare un surplus di oltre un miliardo.
Le esportazioni agroalimentari hanno chiuso l’anno a quota 69,1 miliardi, con il vino come prodotto più esportato, davanti all’ortofrutta trasformata, i formaggi, la pasta gli altri derivati dai cereali, frutta e verdura fresche, salumi e olio d’oliva.
Un primato però messo a rischio, come denuncia Coldiretti, dalla follia tutta ideologica della Commissione Ue di voler mettere etichette allarmistiche sulle bottiglie. La Germania resta il principale sbocco dei prodotti agroalimentari con 10,6 miliardi (+6%), mentre gli Usa sono il primo mercato extra Ue con 7,8 miliardi (+17%), seguono Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna e Spagna.
Il successo dell’export agroalimentare è frutto di una filiera che, dal campo alla tavola vede impegnati 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole e 70mila industrie alimentari.