Resta alta la tensione tra Cina e Giappone per la querelle sul dominio sulle isole Diaoyu (Senkaku per i giapponesi) dopo che oggi sei pattugliatori cinesi sono arrivati nelle acque delle isole contese per poi pero’ allontanarsi alcune ore dopo. In verita’ l’agenzia Nuova Cina ha sempre parlato oggi di due pattugliatori, mentre l’agenzia giapponese Kyodo di sei. Una azione che e’ stata giustificata da Pechino come ‘salvaguardia della propria sovranita’ sulle Diaoyu’ e che e’ stata molto apprezzata dal popolo cinese. E’ la prima volta che le navi di sorveglianza cinesi pattugliano le isole dopo l’annuncio del governo giapponese della loro nazionalizzazione, annuncio che ha scatenato forti reazioni da parte cinese. Leader politici e diplomatici cinesi, nei giorni scorsi, hanno piu’ volte ribadito la ferma posizione di Pechino invitando il Giappone a rivedere le proprie posizioni, abrogando l’ ‘acquisto’ delle isole. Da Tokyo ha risposto il premier Yoshihiko Noda che ha assicurato che il Giappone prendera’ ‘tutte le misure possibili’ per la sicurezza alle Senkaku.
Il Ministro degli esteri cinese, a proposito dell’invio dei pattugliatori cinesi nelle isole, ha detto che le navi sono entrate nelle acque contese per effettuare operazioni ‘di sorveglianza marittima’ e che per la prima volta la Cina stava portando avanti una missione ‘di rafforzamento della legge dei suoi diritti marittimi’. I pattugliatori hanno tuttavia lasciato le isole senza alcun uso della forza dopo che e’ stato loro ordinato di andare via da parte della guardia costiera giapponese. Secondo un esperto cinese di relazioni internazionali la decisione giapponese di ‘acquistare’ le isole rifletterebbe un indebolimento della forza del Giappone.
Ji Zhiye, vice presidente dell’istituto per le relazioni internazionali, ha detto infatti che l’annuncio della cosiddetta nazionalizzazione da parte del Giappone e’ avvenuto per dare alla propria popolazione una dimostrazione di forza, dopo un periodo di insoddisfazione per le performance governative Intanto in tutta la Cina continuano le manifestazioni di protesta contro il Giappone.
Anche oggi una cinquantina di manifestanti hanno dimostrato con striscioni e slogan e sventolando bandiere di fronte all’ambasciata giapponese a Pechino. Tensione anche a Shanghai dove il consolato giapponese ha reso noto che sarebbero almeno sette gli episodi di violenza verificatosi contro cittadini giapponesi. Sempre a Shanghai un cinese ha innalzato due cartelli con le scritte ‘Sconfiggiamo i diavoli giapponesi ‘ e ‘Diavoli giapponesi ritornate a casa’, ha incendiato la sua Honda Civic dinanzi ad una concessionaria della casa giapponese, provocando il blocco della circolazione. Diversi ristoranti giapponesi a Shanghai, Pechino e in altre citta’, per timore di essere attaccati, espongono la bandiera cinese. La stessa cosa fanno i proprietari di vetture giapponesi.
Il Rappresentante permanente della Cina alle Nazioni Unite, Li Baodong, giovedi’ (ora americana) ha incontrato il Segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon e ha rappresentato la posizione cinese, evidenziando come la Cina sia riuscita a soddisfare tutti gli obblighi previsti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS), completando l’intero processo legale relativo al bando dei punti di base e le linee di base delle acque territoriali delle isole Diaoyu e le loro isolette collegate.
Intanto anche Washington ha espresso preoccupazione sullo sviluppo delle relazioni sino-giapponesi in relazione alla vicenda delle Diaoyu-Senkaku, invitando entrambe le parti ad abbassare i toni e trovare una soluzione pacifica.
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