"Renzi non dice cose di sinistra quando annuncia l’abolizione dell’Imu per tutti. Condivido in pieno la riduzione della pressione fiscale ma con un criterio di progressività. E comunque ci sono anche altre priorità. Penso alle pensioni e al lavoro. Gli ultimi dati sull’occupazione non sono soddisfacenti". Lo afferma Cesare Damiano, presidente della Commissione lavoro della Camera e rappresentante della minoranza Pd, in una intervista al Tempo.
L’ex ministro del Lavoro aggiunge: "Sono per una operazione drastica ma non per tutti. Veniamo da un trentennio di aumento delle diseguaglianze, e di crescita della povertà al punto che chi aveva di più ha trovato persino il modo di arricchirsi nella crisi e non vedo perché togliere la tassa sulla prima casa a tutti indistintamente anche perché dobbiamo far fronte a molti interventi che riguardano lo stato sociale e la crescita dell’occupazione".
Sostiene che "accanto al tema casa esistono altri temi. Per il lavoro, se si vuole che il Jobs Act funzioni, bisogna rendere strutturali gli incentivi per le nuove assunzioni perché come si è visto, il saldo di luglio tra nuovi assunti con contratto a tutele crescenti e licenziati con contratto a tempo indeterminato da 47 unità. Questo dato insoddisfacente è parzialmente temperato dalla trasformazione del lavoro precario in quello a tempo indeterminato. A luglio 27mila casi ma è lavoro già esistente. Altra priorità è quella delle pensioni. L’introduzione di un criterio di flessibilità nel sistema previdenziale è fondamentale perché favorisce le assunzioni dei giovani e limita l’aumento dei nuovi poveri, cioè di coloro che avendo perso il lavoro dopo i 60 anni devono aspettare altri 6 anni per avere l’assegno pensionistico. Ratizzare la flessibilità a costo zero, come ha detto Morando, significa penalizzare l’assegno del 30%”.
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