Caro Silvio, non so quanto ti possa interessare, ma se fai cadere il governo Letta, perderai sicuramente il mio voto e il voto di altre migliaia di moderati che si riconoscono nei valori nei progetti e non soltanto nelle persone. Ti abbiamo votato per anni perché incarnavi il nostro modello di premier e la nostra idea di società liberale. Siamo rimasti fedeli nonostante alcune tue vicende personali non proprio legate alla persecuzione della magistratura (alla quale hai dato una mano con i tuoi comportamenti disdicevoli!). Ma questo tuo attaccamento a una carica senatoriale ci sembra pretestuoso se non sospetto (cerchi una improbabile immunità? Avevi contato sulla nomina a vita?).
Non sei mai stato in Senato e non sei interessato a ruoli di secondo piano o di supporto. Sei nato leader e ci vuoi rimanere. Ok, comprendiamo i tuoi attuali sentimenti, ma non accettiamo di sostenerti in un momento in cui il Paese ha bisogno di un governo e del governo di un uomo serio e moderato come Enrico Letta. Non buttare alle ortiche i nostri sacrifici di questi due anni e non permettere che quel bulletto di Matteo Renzi arrivi a intercettare i voti del nostro elettorato più volubile. Noi siamo convinti che Angelino Alfano possa egregiamente rappresentarci e lavorare a fianco di Enrico Letta senza complessi di inferiorità. Lascia pure che Daniela Santanchè e Alessandro Sallusti sposino in tutti i talkshow la causa perduta della tua permanenza a oltranza sulla scena e dai retta alla famiglia e soprattutto a quella brava figlia che per fortuna ti ritrovi vicina ad ogni tua defaillance (e ne abbiamo viste tante!). Dalla reggia di Arcore potrai ancora guidare il tuo popolo e partecipare della cosa pubblica con le tue note capacità di interpretazione degli umori del Paese e i tuoi suggerimenti ai rappresentanti democraticamente eletti.
Non insistere, siamo stanchi di guerre; le guerre si fanno in due, e se tu non vuoi, il governo non cadrà. Ci aspettiamo al più presto la solita videocassetta, di quelle che ci hai abituato a conoscere, in cui alle prime parole "Questo è il Paese che amo", farà seguito il tuo annuncio di dimissioni volontarie. Prima che la giunta si esprima e che il Senato si spacchi, offrendo agli italiani l’ennesima immagine squallida della politica. Così potremo riprenderci l’onore e ritornare a pensare che sei il nostro eroe.
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