Caro Presidente del Consiglio Sen. Prof. Mario Monti,
già solo a declinare i suoi titoli è necessario sprecare quale byte. Ma non fa nulla.
Domani è Natale. E domani, per definizione, saremo tutti più buoni. Della sua bontà, allora, vorrei approfittare chiedendole un dono.
Potevo anche rivolgermi a Babbo Natale ma, così pare che sia, lui ha il potere di esaudire i desideri. Quello mio, però, non è un desiderio ma è una richiesta del genere “cambiamo una legge”; gli elfi mi hanno detto che devo rivolgermi a lei che ha il potere esecutivo e, per quel che si dice, quello di indirizzare il Parlamento.
Caro Presidente Monti, dopo la manovra “salva Italia”, in questi giorni si legge che le prossime iniziative del governo saranno dedicate allo sviluppo. Crescita, lavoro e liberalizzazioni. Vede come sono bravo! Ho già imparato il mantra mediatico.
Caro Senatore Monti per ora non è riuscito a cambiare le regole per i tassasti e le farmacie che, si sa, è per il bene di tutti se i farmaci che il dottore ci prescrive si possano comprare solo dove sanno leggere la sua calligrafia. Che se poi per acquistarli andiamo in taxi è anche meglio che i turni delle farmacie sono così strani che è assicurato spendere assai per una “corsa”. Sono sicuro che con la sua algida determinazione e il suo costante gesticolare, in breve tempo, sarà in grado di far capire a tutti che sarebbe meglio se anche i tassisti potessero vendere medicinali.
Caro Professor Monti, ora la smetto con questo salamelecco alla sua bravura e mi permetto di chiederle che cosa vorrei. Lo chiedo per me e per tutti.
Caro Mario Monti, per Natale regalaci una baldracca. No, non ti sto chiedendo di allungarmi “50 euro per l’amore”, ma mi sto permettendo di chiederti di regolarizzare il lavoro della bagascia dei bagasci. Rendi lecito anche il loro lavoro. Chi te lo impedisce? Non i farmacisti e nemmeno i tassisti. La Chiesa? In fondo in fondo, sarebbero contenti anche loro. Così, almeno, era per Bocca di rosa. Te lo chiediamo noi, così magari con i soldi delle tasse sulla prostituzione non ci sarebbe bisogno di aumentare, di nuovo, l’Iva. Te lo chiedono loro, le regine della statale stanche di essere additate da sempre con disprezzo, per poi essere cercate senza troppi complimenti.
Caro Mario, forse non ritieni pedagogico camminare per strada e trovare affianco ad un bar una casa del piacere ma adesso non sei più, solamente, un professore. Potresti pensare di farle aprire vicino ad una farmacia, magari con annesso servizio taxi. Saremmo tutti più contenti.
Tanti auguri!
Alessandro Gallucci, legale Aduc*
*Associazione per i diritti degli utenti e consumatori
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