Il Parlamento italiano ieri lunedi’ 25 luglio ha iniziato ad esaminare una proposta di legge sulla legalizzazione dell’autoproduzione e del consumo ricreativo della cannabis, che suscita una forte opposizione e non ha un vero appoggio da parte del governo: il testo sottoposto ai deputati propone di mantenere il divieto di vendita tra individui, ma autorizza a coltivare da se’ fino a cinque piante di cannabis ed a detenerne fino a 15 grammi in casa; sara’ comunque vietato fumare cannabis nei luoghi pubblici o sul lavoro. La proposta inoltre prevede la possibilita’ per lo Stato di far coltivare e vendere cannabis, un po’ come succede per l’industria del tabacco.
In Europa anche la Repubblica Ceca, l’Olanda e la Spagna hanno deciso di tollerare il consumo personale ad uso ricreativo; cosi’ come hanno fatto da qualche anno quattro Stati Usa, piu’ la capitale Washington.
Nello scorso maggio il capo del governo italiano, Matteo Renzi, aveva tuttavia dichiarato che la questione non era "all’ordine del giorno" del suo esecutivo: il testo di legge in effetti arriva in Parlamento sotto forma di una proposta di legge depositata dal senatore radicale Benedetto Della Vedova e sottoscritta da un gruppo eteroclito di circa 200 deputati e senatori, essenzialmente del Movimento 5 stelle (M5s), del Partito democratico (Pd) e della sinistra, anche se non mancano diversi esponenti di centrodestra e di destra.
"Il semplice fatto che una legge sulla legalizzazione delle droghe leggere sia iscritta all’ordine del giorno del Parlamento apre un dibattito inedito nella storia d’Italia" ha commentato con entusiasmo Roberto Giachetti, il vice presidente della Camera dei Deputati eletto nelle liste del PD citato dal quotidiano francese "Le Parisien". "Non e’ certo autorizzando i cittadini a drogarsi che essi dimenticheranno la realta’ della poverta’ e della disoccupazione" ha replicato invece il capogruppo della Lega Nord Massimiliano Fedriga, un partito alleato in Europa al Front national francese.
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