"Si viaggiava a passo d’uomo, eravamo quasi fermi. Era tutto tranquillo. Ma ad un certo punto la mia compagna seduta al lato del passeggero mi ha chiesto cosa fosse quel rumore, un rumore di ‘ferraglia’, cosi’ ha detto. Ho subito guardato lo specchietto e ho visto quel bus impazzito, ho visto che ci stava piombando addosso". A parlare, ancora scosso e incredulo, e’ l’avvocato Marco Stramaccioni, residente a Pofi, nel Frusinate, che ieri sull’A16 ha visto l’inferno di lamiere e sangue. Un inferno dal quale e’ scampato: per lui e la sua compagna, che viaggiavano su una Fiat Panda e stavano rientrando in Ciociaria, tanta paura, ma solo qualche contusione e un po’ di dolori. A salvarlo forse la perspicacia della compagna e la sua prontezza di riflessi.
"Quando ho visto quel bisonte di lamiera impazzito puntare verso le auto in coda -dice- istintivamente mi sono subito spostato a sinistra e questa manovra forse mi ha salvato la vita perche’ il bus non ci ha centrato. Del resto viaggiavamo anche su un’utilitaria che si sarebbe aperta ad un urto diretto". "Il bus ci ha tamponato nella parte posteriore destra della macchina, completamente distrutta. L’urto bestiale ci ha scaraventato sopra un’altra vettura – continua Stramaccioni ancora scosso- Poi ho sentito un frastuono e ho intuito che il pullman era finito nel vuoto. Ho capito subito che era una tragedia". L’avvocato Stramaccioni non ha trovato il coraggio di guardare sotto il cavalcavia. "Ho dato solo uno sguardo per capire l’altezza – racconta – e ho visto che il salto era stato terribile. Mi sono rifiutato di vedere, tutti parlavano di morti e feriti. Una tragedia incredibile, nata dal nulla, perche’ le condizioni per chi viaggiava erano buone". Il legale si sente un miracolato. "Siamo rimasti per circa tre ore li’ sul viadotto in uno scenario drammatico. Sembrava l’apocalisse. Urla, lamiere, pianti, lamenti. La gente che si affacciava e raccontava impotente. Non si poteva fare nulla, ne’ aiutarli. Erano nella scarpata. Poi la concitazione dei soccorsi. Un inferno sospeso nel nulla. Grazie a Dio – conclude – a noi e’ andata bene”.
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