Francesco Boccia, deputato del PD, parlando a Radio Cusano Campus, sulla vicenda della ‘manina’ a cui allude Di Maio riguardo la presunta manipolazione del dl fiscale, ha affermato: “Di Maio ieri ha avuto una scivolata, ha sbagliato nel chiedere conto in tv di una cosa che ha tutto il diritto di pretendere da vicepremier in un vertice di governo. Ha sbagliato, l’ha fatto male e penso si sia già pentito. Annunciare di volersi rivolgere alla procura quando si è uno dei massimi esponenti dell’esecutivo dà il senso dell’inadeguatezza della sua considerazione e probabilmente anche di come sta svolgendo la funzione”.
“Qui stiamo consentendo ad una parte del Paese di sanare 100mila euro l’anno, io non conosco molte persone che hanno dimenticato di dichiarare 100mila euro l’anno per un certo numero di anni. Ho la sensazione che le conoscano soprattutto i leghisti. E’ chiaro che quella norma sia stata inserita dalla Lega, bisogna chiedersi chi della Lega l’abbia inserita e che rispondano al Paese di questo compromesso al ribasso che di fatto era stato fatto in Consiglio dei ministri. Se Di Maio lo rinnega bene, però ho la sensazione che oggi tutti si stiano appassionando alla ricerca di una manina che non c’è. Quella norma era stata messa lì o dal M5S o dalla Lega, io immagino che sia stata inserita dalla Lega. Di Maio ha provato a buttarla in caciara, ma gli è ritornata addosso. E’ stato un modo maldestro e lui ne esce ridimensionato. La smentita del Quirinale ieri sera dà il senso della condizione in cui è il governo”.
“Se la norma l’ha inserita la Lega come credo – ha aggiunto Boccia – c’è un problema serio. La Lega non ha smentito, sta in silenzio perché si vergogna di quello che è accaduto. Con grande chiarezza Di Maio dica che non può stare più al governo con la Lega, questo è il nodo. Stanno venendo fuori tutte le contraddizioni di un ogm politico, che è il matrimonio tra Lega e M5S. Sono state messe insieme cose che non potevano essere messe insieme e ora iniziano a vederlo. Se sono pronto a tendergli la mano? Io continuo a ritenere che, nonostante gli scivoloni di Di Maio e l’evidente inadeguatezza di alcuni membri del governo, primo fra tutti Toninelli che sta passando alla storia per la sua incapacità, io penso ancora oggi che un pezzo consistente dell’elettorato e del gruppo dirigente 5 Stelle vorrebbe confrontarsi e allearsi con chi ha la stessa visione della società. Ad esempio sul no al condono credo che l’elettorato del Pd e del M5S la pensino allo stesso modo. Ma di questo ne parlerò al Congresso”.
Sulla decisione dei senatori PD di non votare sì al taglio dei vitalizi. “Sono d’accordo con Cerno sul fatto che non votare il taglio dei vitalizi sia stata una mossa da scemi. E’ evidente che noi abbiamo bisogno di fare il Congresso il prima possibile perché spesso i gruppi parlamentari sono condizionati da un indirizzo politico che sconta il fatto che non c’è più una guida. Non è ovviamente colpa di Martina perché lui fa il possibile e dobbiamo ringraziarlo per il lavoro che sta facendo. Ma è evidente che questo è stato un errore”.
Sul Congresso e le primarie PD: “Il candidato che temo di più? La restaurazione. Temo ci sia in tutti i miei avversari un po’ di voglia di restaurare, tutti professano il cambiamento ma poi c’è chi vuole restaurare il renzismo e questo è un problema serio e lo dico perché secondo me noi dobbiamo anche salvare in qualche modo il soldato Renzi dal renzismo. Io penso che lui oggi sia criticato anche oltre i suoi demeriti, e penso che il PD debba andare oltre, archiviando la rottamazione come una stagione infelice del centrosinistra. Non c’è bisogno neanche di vecchie ditte e mi riferisco soprattutto ad alcuni sostenitori di Zingaretti”.