Nessuna intenzione di inseguire il Movimento Cinque Stelle sulla richiesta di impeachment per Giorgio Napolitano, ma Silvio Berlusconi messo al corrente delle anticipazioni del libro di Friedman sul ruolo che gioco’ il Colle nella staffetta a palazzo Chigi che vide Mario Monti diventare premier nel novembre 2011, il Cavaliere promette di voler andare fino in fondo: Dobbiamo pretendere che sia fatta chiarezza- e’ in sintesi il suo ragionamento – non e’ possibile che il capitolo si chiuda cosi’. L’ex premier avrebbe affrontato l’argomento anche ieri sera nel corso di una cena ad Arcore.
Informati gli ospiti di quanto sarebbe stato pubblicato dal quotidiano di via Solferino, il Cavaliere avrebbe espresso la sua soddisfazione: Finalmente – avrebbe detto – gli italiani capiranno che io non mentivo. Sono stato fatto fuori tramite un colpo di Stato. Che ci siano delle conseguenze pero’, nel partito lo escludono visto che, numeri alla mano, anche un ipotetico asse con il Movimento Cinque Stelle non porterebbe da nessuna parte. E poi – spiega chi ha parlato con il Cavaliere – Berlusconi non ha nessuna intenzione di mettere in discussione il patto sulle riforme siglato con Matteo Renzi: Semmai – avrebbe fatto sapere nel corso della cena ieri sera – e’ il Pd ad avere dei problemi di tenuta interna ai gruppi.
Certo, l’idea che Napolitano fosse il ‘regista’ di un’operazione che ha avuto come esito quello di mettere fine al suo governo, risveglia nel Cavaliere anche strategie piu’ offensive come quella di alzare un polverone nel caso si arrivasse veramente ad una staffetta tra Letta ed il segretario del Pd a palazzo Chigi: Sarebbe l’ennesimo governo che non passa dalle urne”, avrebbe osservato con i suoi uomini. Concetto messo in chiaro dal suo consigliere Giovanni Toti questa sera al Tg5: "La verita’ non e’ importante solo per il nostro passato ma anche per il nostro futuro perche’ dal Quirinale nei prossimi giorni potrebbe arrivare un nuovo governo non avallato dal voto popolare".
L’ex premier rientrera’ a Roma mercoledi’ per seguire da vicino gli sviluppi dell’affaire Quirinale ma anche per capire bene le sorti del governo e della legge elettorale su cui il Cavaliere ha puntato molto anche in termini mediatici. Oltre a tutto questo c’e’ da mettere iniziare a mettere a punto anche la campagna elettorale per le elezioni europee. L’argomento inizia ad essere protagonista delle riunioni con i fedelissimi e l’idea di candidarsi in prima persona come capolista non viene assolutamente scartata. Il ragionamento che Berlusconi fa (frutto anche dei colloqui con i suoi avvocati) e’ quello di potersi candidare e poi semmai fare ricorso una volta che anche l’Europa certifichi la sua ineleggibilita’. In questo modo pero’ – e’ la tesi – la campagna elettorale sarebbe giocata con un ruolo da protagonista.
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