Anna Finocchiaro, senatrice del Pd e presidente della commissione Affari costituzionali del Senato rivolge, in una intervista all’Unità invita a tenere “separata dai destini del governo” la questione che riguarda la decadenza di Silvio Berlusconi da parlamentare. “C’è grande agitazione nel PdL – afferma -. L’alternarsi di posizioni più che corrispondere allo scontro che i giornali chiamano fra falchi e colombe, mi sembra legato al tentativo di aumentare la pressione politica, minacciando il governo, su una vicenda che con il governo non ha e non deve avere nulla a che fare. Io continuo a invitare alla responsabilità. La questione della decadenza, che riguarda un reato riconosciuto da una sentenza della Cassazione, va tenuta separata dalle questioni del governo in un passaggio così difficile per il Paese”.
Per Finocchiaro “il governo deve lavorare con serenità e varare quei provvedimenti che si è impegnato a fare e per cui è nato e il Parlamento deve continuare la sua attività e magari arrivare all’approvazione di una legge elettorale che cambi il Porcellum. Detto questo il Pd non baratta la vita del governo con il rispetto delle leggi".
Sul merito della questione decadenza la senatrice del Pd precisa: "Premetto che sarà la giunta, e poi l’aula, a decidere. E so che è doveroso ascoltare, nei tempi e nei modi previsti dai regolamenti parlamentari, le ragioni della difesa. Ma so che le decisioni della giunta e dell’aula non possono essere influenzate da altre considerazioni che non siano quelle di merito. E se sto al merito, anche dal punto di vista del giurista, trovo le motivazioni della difesa di Berlusconi inconsistenti, e il divieto di retroattività, evocato dal Pdl, mi sembra fuori luogo trovandoci di fronte ad una sanzione amministrativa". E poi si rivolge al Pdl che minaccia la crisi: "Al voto si può andare solo dopo che siano stati esauriti tutti i passaggi previsti dalla Costituzione. Non ho la palla di vetro e so che c’è una prassi costituzionale che il Presidente della Repubblica farà rispettare. E in questa prassi non è previsto un automatismo del ricorso al voto in caso di crisi. E poi non dimentichiamoci mai che, prima di tornare a votare abbiamo il dovere morale di cambiare il Porcellum".
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