Una decisione formale ancora non c’e’, ma c’e’ un orientamento ed e’ unanime: la Prima Commissione del Csm pensa di chiudere con l’archiviazione il fascicolo aperto in pieno agosto e su richiesta dei membri laici del Pdl su Antonio Esposito, il presidente del collegio che in Cassazione ha reso definitiva la condanna di Silvio Berlusconi per frode fiscale all’esito del processo Mediaset, finito nella bufera per un’intervista al Mattino di Napoli.
Il magistrato parlo’ al quotidiano campano qualche giorno dopo la sentenza, che ha condannato il leader del Pdl a quattro anni di reclusione (ma tre sono coperti dall’indulto) e all’interdizione dai pubblici uffici. E il concetto clou dell’intervista (Berlusconi condannato perche’ sapeva, non perche’ non poteva non sapere), poi smentito dal diretto interessato – che imputo’ al quotidiano di aver "manipolato" il testo – provoco’ un pandemonio: il Pdl e gli avvocati del leader del Pdl accusarono il magistrato di aver anticipato le motivazioni della sentenza prima del loro deposito, ventilando che questo potesse inficiare la stessa condanna; una tesi respinta dal primo presidente della Cassazione Giorgio Santacroce e dal presidente dell’Associazione nazionale magistrati Rodolfo Sabelli, che pero’ bollarono come "inopportuna" quella intervista.
Intervista sulla quale avviarono accertamenti anche il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri e il procuratore generale della Cassazione Gianfranco Ciani, titolari dell’azione disciplinare nei confronti dei magistrati. Quella che si prepara al Csm – al termine di un’istruttoria che e’ consistita in sostanza nell’acquisizione del colloquio telefonico tra il giudice della Cassazione e il giornalista del Mattino Antonio Manzo- non e’ una piena "assoluzione" di Esposito, visto che a Palazzo dei marescialli anche tra i componenti togati e’ diffuso il giudizio di inopportunita’ su quell’intervista.
Il punto e’ – come ha spiegato ai colleghi il relatore Mariano Sciacca, avanzando la proposta di archiviazione – che la condotta di Esposito sarebbe nel suo complesso valutabile dal punto di vista disciplinare: per questo non ci sarebbero i margini per un intervento di Palazzo dei marescialli con l’unico strumento a disposizione dei consiglieri, l’avvio di una procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilita’ funzionale, che e’ possibile solo in presenza di un comportamento "incolpevole", cioe’ non volontario di un magistrato. Non a caso il Pg della Cassazione, ha avviato, gia’ prima che si muovesse la Prima Commissione, una pre-istruttoria sulla vicenda; un’indagine che e’ ormai alle battute finali e al termine della quale Ciani decidera’ se avviare nei confronti di Esposito l’azione disciplinare.
La parola archiviazione sara’ probabilmente scritta anche sull’esposto che Esposito ha presentato al Csm per lamentarsi degli attacchi che gli sono venuti soprattutto da alcuni giornali del centro-destra. Si decidera’ tutto forse la prossima o tra due settimane, visto che tra fine ottobre e gli inizi di novembre il Csm come di consueto sospendera’ la sua attivita’.
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