La sentenza con cui i giudici della Corte d’Appello di Milano hanno confermato la condanna a quattro anni di carcere per Silvio Berlusconi e’ "totalmente al di fuori di ogni logica". Lo ha affermato Niccolo’ Ghedini, uno dei legali dell’ex premier, lasciando l’aula dove i giudici hanno appena letto il verdetto. "La forza della prevenzione dei giudici di Milano e’ nota – ha aggiunto – tanto e’ vero che avevamo presentato una istanza di rimessione alla Cassazione che pero’ non ha creduto a problematiche che erano reali e alla forza della prevenzione che va al di là della forza dei fatti".
Ghedini contesta che "non sono stati ascoltati alcuni testi che avevamo richiesto, non si e’ tenuto in nessun conto i nuovi documenti che avevamo presentato, non si e’ deciso di aspettare la Corte Costituzionale, la cui decisone e’ stata addirittura giudicata irrilevante". A questo punto, Ghedini spera nella Cassazione e nella Corte Costituzionale che nei prossimi giorni dovra’ decidere sul conflitto di attribuzione tra poteri in relazione ad un vecchio legittimo impedimento negato a Silvio Berlusconi. "In qualsiasi altro tribunale non avremmo mai avuto una sentenza di questo tipo – ha detto ancora Ghedini – se l’imputato non si fosse chiamato Silvio Berlusconi". A chi gli ha domandato se questo verdetto metta a rischio la stabilita’ politica del governo, Ghedini ha ribattuto: "non credo ci sia una correlazione, quello che viene messa a rischio e’ la stabilita’ del diritto che e’ una cosa che a me, in quanto avvocato, preoccupa di più".
Per Daniele Capezzone, coordinatore dei dipartimenti del Pdl e presidente della commissione Finanze della Camera, “oggi tutte le persone ragionevoli, al di la’ di ogni appartenenza politica e culturale, comprendono bene quello che accade: e’ letteralmente surreale e assurda la condanna di Silvio Berlusconi, contribuente recordman. Attendiamo che i garantisti di sinistra dicano qualcosa…”.
Quella a Berlusconi “è una condanna incomprensibile”, secondo Mariastella Gelmini, “è l’ennesima prova di un uso politico della giustizia sciagurato che non aiuta un clima di pacificazione che invece dovrebbe instaurarsi tra le forze politiche". "E’ un fatto estremanente grave e lesivo della democrazia. Si conferma un uso distorto della giustizia non piu’ tollerabile".
Il presidente dei senatori del Pdl, Renato Schifani, ne è convinto: “Continua la persecuzione giudiziaria nei confronti del presidente Berlusconi, leader politico che ha il consenso di dieci milioni di elettori. Evidentemente, per una certa magistratura la stagione della pacificazione è ancora lontana, e forse non arriverà mai. Soprattutto quando si nega con tanta ostinazione la verità dei fatti e ancor di più il buon senso".
Di "accanimento disgustoso" parla Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl. "La sentenza contro Silvio Berlusconi e’ politica, anzi antipolitica, perche’ colpendo lui si favoriscono i disegni disgregatori del nostro Paese. L’ingiustizia e’ cosi’ ripetuta e palese che per fortuna la grande maggioranza dei cittadini capisce benissimo che una parte della magistratura non ha nessuna credibilita’. La condanna non colpisce Berlusconi ma chi l’ha pronunciata".
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