Silvio Berlusconi ha lasciato Palazzo Grazioli, volto teso e espressione seria, per consegnare le dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Solo un freddo saluto alla gente che lo attende fuori dalla sua residenza romana. Il premier è arrivato al Quirinale pochi minuti fa, assediato dalla folla. Davanti al palazzo che ospita il capo dello Stato si sono riunite migliaia di persone. Un clima davvero surreale, fra berlusconiani e antiberlusconiani riuniti in piazza gli uni contro gli altri.
Berlusconi alla Camera ha salutato i suoi deputati, poi ha svolto l’ultimo consiglio dei Ministri, quindi ha partecipato all’ufficio di presidenza del PdL, durante il quale ha ribadito, fra l’altro, il proprio via libera al governo Monti, sottolineando allo stesso tempo che il neo senatore a vita non dovrà candidarsi alle elezioni che seguiranno dopo il suo governo. E’ forte la consapevolezza che poichè l’apporto del Pdl alla nascita del nuovo Governo e’ determinante, "si puo’ staccare la spina quando vogliamo". Il governo guidato da Monti dovrà durare al massimo un anno, per il Popolo della Libertà. Se il governo dovesse durare più di 12 mesi, e se ci saranno misure oltre a quelle dettate dall’Europa, si staccherà la spina. E "speriamo che gli elettori comprendano…", si augura il Cav, che non smette di pensare al "popolo azzurro".
E così quello di Monti sarà un governo a tempo e dovrà prima di tutto realizzare un dettagliato programma economico che porti l’Italia lontano dal rischio default e dalla bufera finanziaria. Se non sarà così, elezioni prima possibile. Non per niente è già pronta a partire la macchina organizzativa del Pdl: gli spazi elettorali sono stati gia’ prenotati da qui fino a marzo, basta un segnale per mobilitarsi.
La situazione che si vive in questi minuti la commenta il leghista Matteo Salvini: "Siamo al tifo da stadio, arbitro cornuto, derby Milan-Inter. Berlusconi, che per qualcuno era il male assoluto, s’è dimesso. Non c’è più. Il popolo italiano è bravo nel salire sul carro del vincitore". Certo è, dice, che noi leghisti "non ci faremo coinvolgere da altri governi non eletti dal popolo. Il programma con cui siamo stati eletti è assolutamente diverso da quello che verrà portato avanti da domani". E la Lega è già pronta a sedere sui banchi dell’opposizione.
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