A 19 giorni dalla maledetta mattina del 19 maggio oggi Mesagne si e’ svegliata piena di rabbia – voglia di vendetta, per qualcuno – ma anche di dubbi, dopo la notizia del fermo di Giovanni Vantaggiato. L’uomo ha confessato di essere l’attentatore della scuola ‘Morvillo-Falcone’ di Brindisi, dove e’ morta Melissa Bassi, la ragazza di Mesagne che tutta l’Italia ha imparato a riconoscere dalle foto che la ritraggono sorridente. Una strage, almeno finora, senza un perche’.
Davanti alla casa della famiglia Bassi c’e’ silenzio. Porta chiusa, finestre sbarrate e nessuna risposta al citofono: nel pomeriggio i genitori di Melissa mostreranno il loro dolore e la loro dignita’ in un’affollata conferenza stampa. Parlano i vicini di casa di Melissa, perche’ vogliono raccontare ancora ai cronisti della ‘piccinna’. Melissa ‘era una ‘piccinna’ come mia nipote – spiega un anziano di 82 anni – sono malato di cuore, nella mia vita ho sofferto tanto – spiega con il groppo in gola – e la morte di Melissa e’ stato un nuovo colpo terribile. Oggi sono uscito di casa per la prima volta dopo molti giorni, ma il dolore ancora non passa’.
Il dolore, oggi a Mesagne, si e’ trasformato in rabbia. Una rabbia infinita contro ‘quel bastardo’. Una rabbia che ha dilagato anche in rete: gia’ dal primo pomeriggio sono stati aperti gruppi su facebook, che invocano per Vantaggiato la pena di morte om almeno, l’ergastolo. Immediata anche la ‘reazione’ di twitter, con un hashtag per il reo confesso, anche se la rabbia e’ ancora cauta per il timore degli internauti di possibili smentite. Oltretutto, sono molti i posti in cui Vantaggiato viene paragonato a Michele Misseri, tragica figura della terribile vicenda dell’omicidio di Sarah Scazzi, ad Avetrana (Taranto).
Intanto, gli anziani che si riparano dal caldo sole di giugno sulle panchine della villa comunale non provano pieta’ per quell’uomo di 68 anni, reo confesso. ‘Che c’entra Melissa?’ ripete uno, ‘che c’entra una ragazzina di 16 anni?’. E in un attimo si passa alla voglia di vendetta. ‘E’ meglio per lui che l’abbia fermato la polizia perche’ gli sarebbe andata peggio se l’avessimo avuto noi fra le nostre mani’: questa frase e’ piu’ volte usata dalle persone di una citta’ che non vuole dimenticare. Proprio per questo l’edicolante di via Generale Falcone – che oggi ha raddoppiato le vendite – sulla porta d’ingresso ha ancora esposto il volantino con la scritta ‘Mesagne piange Melissa’.
E davanti al Comune c’e’ sempre il manifesto di lutto cittadino. Dentro la sede municipale il telefono del sindaco, Franco Scoditti, squilla continuamente: ‘La nostra citta’ e’ vittima, non carnefice come qualcuno aveva voluto far passare subito dopo l’attentato riconducendolo a collegamenti con la criminalita’ organizzata di Mesagne. E’ vero – ammette – che qui ci sono dei problemi, ma al tempo stesso ci sono gli anticorpi e noi siamo orgogliosi di quanto ha detto don Ciotti, che ci ha definito come la citta’ dell’antimafia’. L’arresto di Vantaggiato ‘da’ sollievo alla nostra comunita’ – ribadisce Scoditti – ma e’ solo un conforto parziale perche’ nulla potra’ cancellare il dolore della famiglia di Melissa e delle altre ragazze ferite nell’attentato’. Il sindaco chiude la porta del suo ufficio, torna a rispondere al telefono, ma nella piazza di Mesagne la gente continua ancora a chiedersi se il ‘mostro’ e’ veramente Vantaggiato, solo lui, o se dietro di lui ci sia qualche mostro ancora piu’ terribile.
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