Troppe polemiche, la Gioconda non si tocca: Leonardo da Vinci e’ ormai vittima del suo successo. E’ quanto emerge dal convegno organizzato ieri a Parigi dal Centro di ricerca e restauro dei musei di Francia che ha coinvolto i massimi esperti del genio italiano del Rinascimento, tra cui il conservatore Vincent Delieuvin e la restauratrice Cinzia Pasquali del team incaricato del restauro della ‘Sant’Anna, la Madonna ed il Bambino’ per la grande esposizione al Museo del Louvre, e Larry Keith, conservatore alla National Gallery a cui e’ stata affidata la messa a nuovo della ‘Vergine delle Rocce’ per la mostra londinese su ‘Leonardo – Pittore alla Corte di Milano’. Tra i relatori anche Francesca Tasso e Francesca Rossi, conservatrici al Castello Sforzesco di Milano, i restauratori Patrizia Riitano, Roberto Bellucci e Andrea Santacesaria che si occupano del progetto di intervento dell’Adorazione dei magi alla Galleria degli Uffizi e Pinin Branbilla responsabile del restauro dell’Ultima cena.
‘Leonardo e’ un artista troppo conosciuto, e’ un argomento che preoccupa le persone’, dice Cinzia Pasquali, per la quale spesso i restauratori e le grandi istituzioni sono cauti e rimandano le riparazioni delle opere di Leonardo a causa della ‘grande risonanza mediatica’ e delle ‘polemiche’. Per esempio, prosegue la Pasquali, la Gioconda sta scomparendo oscurata dai colori che sono diventati opachi: ‘Le vernici sono invecchiate e rendono il dipinto ormai invisibile. Ma e’ un’icona mondiale, e la sua notorieta’ fa paura ai restauratori. E’ anche vero che per ora la Monna Lisa non corre nessun pericolo strutturale di conservazione, il restauro sarebbe solo un motivo estetico’. E aggiunge con un pizzico di polemica: ‘Certo che andare a vedere un dipinto che non si vede piu’… Se me lo chiedessero io sarei disposta a intervenire anche domani’. Per di piu’ la Gioconda e’ tra le attrazioni principali del museo frequentato ogni anno da 8,8 milioni di visitatori. Anche per la Sant’Anna ci furono le stesse remore: il Louvre aveva previsto di intervenire gia’ nel 1994 ma ‘la pressione pubblica e mediatica’ l’avevano indotto a rinunciarvi. ‘E’ ridicolo dire che il mio restauro della Sant’Anna ha danneggiato lo sfumato di Leonardo – afferma la Pasquali in riferimento ai disaccordi da parte degli osservatori per il tipo di metodo utilizzato ritenuto troppo aggressivo -. La freschezza dei suoi colori originari non si vede ancora. Io avrei pulito ancora di piu’. Ma ho rispettato la decisione della commissione di esperti. Il mio intervento ha coinvolto solo le vernici senza intaccare la materia pittorica. E’ scientificamente provato, e’ questione di micron. Le accuse sono infondate: non si puo’ rovinare qualcosa che non tocca. Chi critica vuole solo marciare sulla notorieta’ di Leonardo per far parlare a sua volta si sè’.
Secondo Francesca Tasso ‘c’e sempre un po’ di paura a mettere le mani su un Leonardo e questa combinazione di restauri nell’ultimo anno fa si’ che oggi si riesca ad affrontare questo genio con piu’ convinzione’. Il merito va anche ai nuovi mezzi scientifici e alle tecnologie a disposizione che hanno reso il lavoro dei restauratori ‘meno spaventoso’. ‘Il restauro della Sala delle Asse al Castello Sforzesco e’ forse il piu’ complesso tra tutti – dice la Tasso -: molte decorazioni, per ragioni storiche, sono andate perse, si tratta di sapere se e in che proporzione sotto c’e’ Leonardo’. E conclude: ‘I restauri vanno condotti con prudenza e intelligenza. Un restauro sbagliato fa piu’ danni di un non intervento. Prima o poi si arrivera’ anche a mettere le mani sulla Gioconda’.
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