"Noi intendiamo innanzitutto trattare in ottica strategica un asset fondamentale per lo sviluppo del paese. Ciò ha significato, per cominciare, evitare la procedura fallimentare della legge Marzano (questo sì che sarebbe costato un sacco di soldi allo Stato), favorire un’operazione industriale basata sulla convenienza dei privati a investire in Alitalia, e individuare un partner industriale come Poste che fosse un moltiplicatore delle sinergie industriali". Così il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Maurizio Lupi in una intervista pubblicata da Italia Oggi nella quale esclude una operazione di aiuti di Stato: "Non è stato messo un solo euro dei contribuenti. Abbiamo ritenuto che, trattandosi di un settore strategico come quello del trasporto aereo, lo Stato dovesse fare la sua parte, intervenendo, non direttamente, ma come un facilitatore e un moltiplicatore di risorse. Vedendo in Poste la possibilità di una sinergia industriale, l’abbiamo esplorata. Poste non mette le mani nelle tasche degli italiani, guadagna un miliardo di euro l’anno, investe 500 milioni l’anno in sviluppo e strategie industriali e ha un ottimo manager. Mi sembra un intervento sussidiario e intelligente. Altri interventi che avrebbero rifatto di Alitalia un’azienda pubblica sarebbero stati sbagliati".
Lupi sottolinea che ora "spetta ai soci privati capire come recuperare le perdite, tagliare i costi e rilanciare un partner straniero un nuovo piano industriale. Questo ci permetterà, se verrà presentato un piano industriale serio e di discontinuità, di verificare alleanze forti e di poter discutere a pari dignità con Air France se dovesse sottoscrivere, come ci auguriamo, l’aumento di capitale; o se così non fosse, di individuare un altro partner". E conclude: "Sottoscrivendo la ricapitalizzazione Air France dimostra che intende continuare a investire in Alitalia".
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