Province? Addio. Dopo 152 anni! A stabilirlo è stato il disegno di legge costituzionale varato ieri dal Consiglio dei Ministri dal titolo «soppressione di enti intermedi» che, nel primo dei suoi primi tre articoli prevede la soppressione del riferimento alla provincia, mentre nel secondo afferma che «spetta alla legge regionale istituire sull’intero territorio regionale forme associative fra i Comuni per l’esercizio delle funzioni di governo di area vasta, nonché definirne gli organi, le funzioni e la legislazione elettorale». Il ministro Roberto Calderoli, ha definito questi futuri organi: «province regionali», che dovranno svolgere parte delle funzioni che oggi spettano alle Province. In pratica una sorta di «super-Comuni» che assomiglieranno alle attuali Province delle Regioni a statuto speciale, che attualmente hanno competenza esclusiva sui propri enti locali dell’area interessata.
Non vorremmo, come teme Mattias Mainiero su Libero, che sia solo un’azione impostata nella vecchia tradizione siculo-italica del “Cambiare tutto” per non “cambiare niente”, il fatto di prevedere una sorta di Super-Comune che svolga gli “stessissimi” compiti, con lo “stessissimo” personale al posto della Provincia abolita; come non vorremmo che le poltrone politiche sparite con la morte della Provincia rispuntassero, magari maggiorate con questa “Area Vasta super comunale”.
Diciamo questo, perché, con grande soddisfazione, possiamo affermare con prove e documentazione che l’idea base del “super comune”, da noi ridefinito, forse più appropriatamente “Comune provinciale”, l’abbiamo lanciata qualche anno fa, all’inizio della campagna per l’abolizione della Provincia con l’intento, appunto, di razionalizzare le funzioni operative sul territorio provinciale, eliminando sprechi, doppie funzioni e posizioni politiche assolutamente inutili.
Nell’aprile 2009 scrivevo: "Ci siamo: si sta finalizzando quello che scrivemmo il 28 gennaio anche su La Padania. Trasformare le Province in Enti funzionale-operativi, formati dall’assemblea dei sindaci insistenti nella stessa Provincia. (…) Il Ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, infatti, ha anticipato un provvedimento che il governo discuterà: gli Enti intermedi che stanno a metà strada tra Comune e Regione saranno «svuotati». Ha usato questa parola. (…) Noi avevamo proposto di chiamare quest’ultimo "Sindaco-Provinciale", proprio per fornirgli anche nella definizione istituzionale le caratteristiche di responsabilità del territorio di riferimento. Le sovrapposizioni di competenza non esisteranno più. Le istanze dei vari Sindaci-Comunali verranno direttamente dibattute ed affrontate nell’aula, senza rimandi politici, veti, imposizioni scaturite nei vari passaggi in altre sedi. Il risultato sarà una semplificazione enorme delle procedure amministrativo-burocratiche, con un altrettanto enorme recupero di personale dipendente dai vari enti che, essendo coordinato centralmente, sarà utilizzato in maniera più proficua, senza licenziare nessuno. (…) Questo che allora battezzammo scherzosamente "Super-Comune" (!!!) dovrà includere (su questo Brunetta e Maroni non ne hanno parlato ancora) anche la problematica legata alle Circoscrizioni che, attualmente, per le cosiddette Aree metropolitane (come Roma, Milano, e quasi tutti i capoluoghi) rappresentano un ulteriore costosissimo scalino politico. I Presidenti (mini-sindaci) di questi Enti sono, infatti, anche loro eletti.
Nel maggio del 2010: “Nella revisione del Federalismo nazionale, si deve pensare ad una Carta di proposte, nella quale si ridefiniscano, oltre che l’organo delle Province, così com’è tuttora (spalmando i compiti tra Comune e Regione o trasformandole in megacomuni) anche le Circoscrizioni come centri politicizzati, riportandoli, come erano una volta, solo a dislocazione amministrativa-burocratica dipendente dal Sindaco Centrale. (…) Sarà premiato l’efficientismo, in quanto si elimineranno le doppie funzioni; il rapporto sarà di dipendenza di lavoro collaborativa, anziché di natura politica, eventualmente avversa. Le Regioni (specialmente le più piccole) dovranno essere messe in condizione di operare efficacemente senza troppi intoppi politici interni. Mettiamoci attorno ad un tavolo e ridisegnamo le Regioni, le Macro Regioni (accorpamento di più Regioni), i Comuni Provinciali, i Comuni ed i Municipi…
Nell’aprile 2010: Eleviamo pure il rango di "Comune Provinciale" che assommi le funzioni dei due Enti… Nel contempo declassiamo, però, la stragrande maggioranza di Mini Comuni con pochi abitanti, lasciando il simbolico Sindaco Comunale, ma dipendente funzionalmente dal Sindaco Provinciale. (Eletto nelle stesse liste del Comune di riferimento)
Nell’agosto 2011: Le prime Province che dovrebbero essere abolite, in realtà, sono proprio quelle delle grandi città, già Capoluoghi di Regione. Mi sa dire qualcuno che funzione abbia la Provincia di Roma? Quando i suoi poteri potrebbero essere splittati benissimo tra Regione, Roma Capitale, Comune e ben Venti Circoscrizioni, ciascuna delle quali con proprie amministrazioni “politiche” elette come in veri e propri sub-Municipi? A questo punto, vista la grandezza del territorio metropolitano, includiamo anche i comuni limitrofi (ora nella Provincia) e facciamoli coordinare tutti da Roma. Questo discorso varrebbe per tutte le città metropolitane già capoluoghi di Regione,… e quelle con importanza strategica del territorio, come per es.: Bergamo che includerebbe tutte le frazioni o piccoli Comuni ormai facenti parte del confinante tessuto urbano allargato valligiano.
Per fare ora un raffronto ora con le Province autonome di Trento e Bolzano, bisogna tener conto che in questi casi, la Provincia, in realtà, svolge le funzioni di una Regione e mancherebbe, appunto, il ruolo della Provincia, essendoci però i due Comuni, assieme ad altri più piccoli. Pertanto in questi due casi particolari le due Province, potrebbero già fin d’ora appellarsi “Comuni Provinciali” assommando e ridistribuendo qualche funzione e, così facendo del nuovo Super Comune, un piccolo parlamentino dove, rispettivamente, gli stessi Comuni di Trento e Bolzano siano rappresentati proporzionalmente al numero di abitanti, con gli altri Comuni insistenti nei propri confini territoriali… In pratica cambierebbe solo il fatto rappresentativo. Ci sarebbe una sola elezione nella quale si nominerebbero i vari rappresentanti sindaco (od assessore) nell’ambito del comune provinciale.
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