Studiare i sepolcri per raccontare la vita, le abitudini alimentari, le caratteristiche fisiche,i costumi: il fascino di Pompei e’ anche nella ‘archeologia della morte’, una ricerca dalla quale sono affiorati a Porta Nola nuovi tasselli di conoscenza sull’uomo d’epoca romana anche grazie al ritrovamento di una rara tomba di un infante.
Fino al I secolo dopo Cristo, infatti, i defunti venivano inceneriti, tranne i neonati ancora senza denti, che erano inumati. Questo spiega l’importanza per la scienza, ad esempio, degli scheletri delle vittime di Ercolano. Ed e’ proprio con l’obiettivo di ricostruire gli ‘stili di vita’ della popolazione al tempi dell’eruzione del Vesuvio che un gruppo di studiosi inglesi e spagnoli in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per Pompei, Ercolano e Stabia, si e’ impegnato in una campagna di scavo che per tutto il mese di agosto, quello che nei secoli restera’ sempre legato alla distruzione delle citta’ vesuviane nel 79 d.C., ha indagato all’esterno di Porta Nola.
Tra i ritrovamenti, anche frammenti di osso lavorato che decorava il letto funebre su cui fu incinerato uno dei defunti.
"E’ un momento particolarmente importante per Pompei che sta vivendo un grande fermento per le attivita’ di restauro del Grande Progetto, ma anche per le scoperte che stanno emergendo dalle numerose campagne di scavo – spiega alla agenzia Ansa il soprintendente Massimo Osanna – Le indagini in corso a Porta Nola dimostrano che a Pompei non si promuove solo la conservazione dell’area archeologica ma anche lo studio e la ricerca attraverso collaborazioni interdisciplinari e internazionali che coinvolgono universita’ e istituzioni di piu’ Paesi e che continua a dare risultati straordinari per l’ indagine e l’approfondimento scientifico. Altre campagne di studio si stanno conducendo anche alla Necropoli di Porta Nocera dove sono all’opera i francesi dell’Universita’ di Lille e l’ E’cole francaise de Rome per le attivita’ di scavo e i tedeschi del Pompeii Sustainable Project con un progetto di conoscenza e conservazione".
"Il tema della tragedia e della morte a Pompei – nota Osanna – e’ dunque particolarmente all’attenzione sia nei programmi di studio che nei progetti di valorizzazione, come nel caso della mostra "Pompei e l’Europa – Rapiti alla morte" (Sezione dei calchi, ndr)”.
La necropoli di Porta Nola e’ composta da tre tombe tra cui quella di M. Obellio Firmo dove sono state trovate urne cinerarie e il frammento d’osso. Gli scavi hanno messo in luce il trivio e il piano di calpestio della tomba di una sacerdotessa di Cerere. Sono stati inoltre approfonditi gli studi sui 15 individui di cui furono realizzati i calchi negli anni ’70. Le scoperte saranno illustrate domani sul posto (ore 11,00) dagli studiosi della British School di Rome e dagli archeologi di Valencia (Colegio Oficial de Doctores y Licenciados en Letras y Ciencias e al Departamento de Arqueologia e Museo de Prehistoria e Historia).
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