Segreteria di Stato, Governatorato, Apsa, Ior. Questi alcuni dei dicasteri e degli uffici vaticani su cui si e’ concentrata l’attenzione della Commissione cardinalizia incaricata da Benedetto XVI di compiere indagini, parallele a quelle della magistratura d’Oltretevere, sulla fuga di documenti interni e riservati ribattezzata ‘Vatileaks’. Mentre l’ex maggiordomo del Papa, Paolo Gabriele, aspetta nella cella di sicurezza vaticana, all’approssimarsi del suo primo mese di detenzione cautelare, una risposta del giudice alla sua richiesta di scarcerazione, emergono dettagli sul lavoro svolto finora dalla Commissione dei tre cardinali, Julian Herranz, Jozef Tomko e Salvatore De Giorgi, che svolgono con discrezione, ma con un ampio mandato e senza sosta, indagini che li hanno portati finora ad ascoltare 23 persone al ritmo di 4 o 5 alla settimana.
Fonti bene informate spiegano che le audizioni della Commissione cardinalizia, che ha interrogato lo stesso Gabriele rinchiuso nelle ‘carceri’ vaticane dal 23 maggio scorso, hanno riguardato laici ed ecclesiastici, compresi alcuni cardinali, e che nel loro mese e mezzo di attivita’ i tre porporati hanno svolto accertamenti riguardanti in particolare gli uffici della Segreteria di Stato, del Governatorato, dell’Apsa e dello Ior.
Le audizioni dei cardinali, si fa notare, che peraltro continuano, non sono necessariamente degli interrogatori. Anzi, proprio perche’ mirate ad acquisire informazioni utili all’inchiesta anche da porporati bene informati sui meccanismi e gli avvenimenti della Curia, hanno spesso carattere ‘molto colloquiale’. Cosi’ sono da intendersi, ad esempio, i colloqui che, sempre secondo quanto si apprende, la Commissione ha avuto col decano del Collegio cardinalizio, Angelo Sodano, con l’ex prefetto della Congregazione dei vescovi, Giovanni Battista Re, e con il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali. Il fatto che tali cardinali siano stati ascoltati, si precisa, e’ finalizzato all’acquisizione di informazioni e naturalmente non vuol dire che essi siano sospettati di alcunche’.
L’attenzione della Commissione, inoltre, si sarebbe concentrata particolarmente sul personale della Segreteria di Stato, luogo in cui sono transitati molti dei documenti pubblicati sia da quotidiani italiani sia nel saggio sotto accusa "Sua Santità" di Gianluigi Nuzzi. Testi come le lettere che il segretario di Stato vaticano puo’ inviare nell’assolvere alla sue funzioni infatti, hanno un iter complesso che prevede diversi passaggi ora sotto la lente della commissione che vuole ricostruire i movimenti delle carte "incriminate".
Nella stesura di una missiva, ad esempio, in genere sono coinvolti i minutanti della Segreteria di Stato, divisi per lingua e competenza, che inviano i documenti preparati al sostituto che a sua volta li rinvia al segretario di Stato per l’approvazione e poi di nuovo ai minutanti per eventuali modifiche. Solo a conclusione di questo processo, i documenti vengono infine archiviati. In quest’ambito, i cardinali della commissione hanno sentito il capo archivio della Segreteria di stato, responsabile della custodia dei documenti.
A giorni riprenderanno anche gli interrogatori ‘formali’ di Paolo Gabriele, finora unico indagato nell’indagine penale condotta dai magistrati vaticani. Oggi, intanto, un invito del Papa alla preghiera che ‘genera uomini e donne animati non da egoismo, sete di potere, desiderio di possedere, ma da gratuita’, desiderio di servire, di essere amici di Dio’ e’ suonato piu’ che mai rivolto anche a quanti hanno avuto un ruolo nell’ormai famigerata vicenda dei ‘corvi’.
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