Ucciso a 18 anni per un graffito: montano le polemiche sulla morte di Israel Hernandez-Llach, il ragazzo di origine colombiana da alcuni anni trasferitosi a Miami, in Florida, e gia’ diventato molto noto nonostante la giovane eta’. Il ragazzo, conosciuto come Reefa, stava facendo dei graffiti sul muro di un fast food abbandonato a Miami Beach. Scoperto dalla polizia, si e’ dato alla fuga. Gli agenti lo hanno inseguito, intimandogli di fermarsi, ma sembra che il giovane abbia ignorato l’ordine, cosi’ lo hanno colpito al torace con il taser, la pistola che produce scariche elettriche. Reefa e’ caduto a terra ed e’ morto in ospedale, forse per un arresto cardiaco.
Il caso e’ attualmente oggetto di un’inchiesta interna da parte della polizia di Miami, e Jorge Mercado, uno degli agenti coinvolti nell’episodio, e’ stato posto in congedo retribuito. La famiglia del ragazzo tuttavia vuole che sia fatta chiarezza e chiede un’indagine indipendente, puntando il dito contro l’eccessivo uso della forza da parte della polizia. Definiscono l’uccisione del teenager ”un atto barbarico”, ”l’assassinio di un giovane artista”. ”Non vi e’ alcuna giustificazione per quanto e’ successo”, aggiunge l’avvocato Jason W. Kreiss, che rappresenta i parenti dell’adolescente.
”Gli agenti sono stati costretti a usare il taser per evitare uno scontro fisico”, ribatte il capo della polizia Ray Martinez al Miami Herald. Particolarmente drammatiche sono le dichiarazioni rese dai due amici di Reefa, che erano con lui mentre realizzava il murales per controllare che non arrivasse la polizia. Secondo loro, gli agenti ridevano e si congratulavano a vicenda per il lavoro fatto, mentre Israel era a terra. ”Era per terra e loro si divertivano”, afferma uno dei ragazzi, di nome Thiago Souza. L’altro, Felix Hernandez, riferisce di aver visto cinque poliziotti inseguire Reefa e spingerlo contro un muro.
La sorella del ragazzo, Offir Hernandez, spiega che il fratello ”voleva cambiare il mondo attraverso l’arte”. ”Vogliamo delle risposte – continua – vogliamo sapere cosa e’ successo”. Reefa era uno scultore, pittore e fotografo, oltre a dilettarsi nell’eseguire graffiti sui muri degli edifici abbandonati. Proprio questa passione, considerata ancora oggi da molti non arte, ma vandalismo, gli e’ stata fatale.
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