Vivere da anni all’estero, nel mio caso in Svizzera, e capire le vicende politiche italiane non sempre è semplice. Anche le lunghe discussioni e polemiche (che, peraltro, in Italia non mancano mai, ahimè!), che si sono susseguite per arrivare ad approvare la legge sulle unioni civili, hanno dell’incredibile. Sì, proprio dell’incredibile per tutti noi emigrati italiani che viviamo in Paesi dove, da anni, vigono leggi più o meno analoghe a quella (dalla scelta del cognome, all’obbligo di assistenza, alla pensione di reversibilità, ai diritti ereditari, ecc.) che oggi si è data, finalmente, anche l’Italia grazie alla caparbietà del governo Renzi e del PD.
Paesi che ci ospitano che, in molti casi, si sono dati leggi sulle unioni civili addirittura ancor più avanzate come, per esempio, le nozze gay e l’adozione del figliastro (stepchild adoption). E tutto questo accade non in Paesi atei, bensì in Paesi notoriamente cattolicissimi come Francia, Portogallo e Spagna, tanto per rimanere alle nostre latitudini. Tutti Paesi latini, certamente non meno cattolici dell’Italia, dove l’introduzione di leggi sulle unioni civili non mi sembra che abbia sconvolto la moralità e le consuetudini di quei popoli.
Questi esempi non dovrebbero portare a più miti consigli quei rappresentanti del mondo cattolico italiano (Conferenza Episcopale Italiana compresa) che ieri, oggi e domani hanno minacciato e minacciano strali di ogni genere contro questa legge (e chi l’ha approvata)? Una legge che non ha tolto niente a nessuno ma ha semplicemente esteso dei diritti a molti cittadini italiani fino a ieri discriminati? Speriamo che il buonsenso abbia il sopravvento, anche e soprattutto in quei Sindaci (o candidati sindaci) che già hanno annunciato di rifiutarsi di applicare la nuova legge, bontà loro!
Una cosa è comunque certa, questa legge sulle unioni civili che si è data oggi l’Italia ha reso tutti noi emigrati più fieri di essere dei cittadini italiani.
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