L’ambasciatore Giampiero Massolo, direttore dell’Ispi, è stato intervistato dal Mattino sul tema della guerra in Ucraina. Secondo Massolo, per arrivare a far sedere Mosca e Kiev a colloqui di pace “dobbiamo continuare ad aiutare l’Ucraina per far si’ che quando si arrivera’ al tavolo negoziale possa partire dalla posizione piu’ vantaggiosa possibile, e la Russia al contrario possa partire dalla situazione peggiore possibile. Questo perche’ non possiamo darla vinta a un aggressore e se pure lo facessimo nessuno potrebbe garantirci che si fermerebbe. Le condizioni dell’ordine europeo di domani avverrebbero secondo i desiderata di Putin e questo non e’ interesse dell’Occidente e dell’Italia”.
Sottolineato che “il nostro interesse e’ che si arrivi a una tregua o a una composizione negoziata”, secondo Massolo, “allo stato attuale non ci sono le condizioni, non c’e’ nemmeno uno spiraglio, a mio avviso. Pero’ vediamo se possiamo perseguirla, la pace, attraverso delle intese che riguardino alcuni aspetti concreti, e la questione dell’esportazione del grano potrebbe esserlo”.
Questo non significa necessariamente – precisa – l’anticamera della pace: “Prima di tutto – dice – vediamo se le condizioni dell’accordo tutelano l’Ucraina dai rischi. Se la risposta e’ affermativa, il meccanismo di questo negoziato potrebbe essere usato anche per questioni piu’ generali”, perche’ quello eventuale sul grano “significa un accordo di assetto fra russi e ucraini e per farlo bisogna dialogare e deve esserci un Paese mediatore. In questo caso la Turchia”. Se invece non dovesse esserci alcun accordo, secondo il direttore dell’Ispi, ex segretario generale della Farnesina ed ex direttore del Dis, “ci dobbiamo aspettare una guerra che duri a lungo e instabilita’ politica in Medio Oriente e Nordafrica, che dipendono dal grano russo-ucraino. Cio’ – conclude Massolo – potrebbe riflettersi sull’Europa, con l’aumento dei flussi migratori e sull’economia russa , perche’ con questi Paesi Putin vorrebbe stringere accordi piu’ forti”.