Angelino Alfano, ministro dell’Interno, interviene nell’aula di Montecitorio per avvertire il Paese: esiste un serio rischio che in Italia e a Roma possano avvenire attentati terroristici. Insomma, per Alfano l’Italia può rappresentare un obiettivo terroristico di stampo islamico anche se al momento "non si registrano evidenze investigative di progettualità terroristiche nel nostro Paese". La guardia resta alta sull’allarme terrorismo: l’Italia e Roma, come culla della cristianità, "non occupano un profilo secondario" nell’ambito del terrorismo internazionale di matrice religiosa. C’è "massimo interesse verso ogni segnale premonitore, anche il più tenue" che possa minacciare "la sicurezza interna".
Alfano spiega che l’Isis sta "lanciando una sfida senza precedenti alla sicurezza globale: è un’organizzazione che ha soldi, uomini, ambizioni che nessuna prima aveva avuto" e "il suo principale nemico è l’Occidente", sottolinea il ministro, che spiega: tra le misure per mantenere alta la sicurezza in Italia e nel resto del mondo, "occorre rafforzare le armi legislative in materia di terrorismo di cui disponiamo": servono, secondo il rappresentante del Viminale, "nuovi strumenti che tengano conto dell’evoluzione e la diffusione della minaccia". In particolare è necessario mantenere alta la guardia sui "lupi solitari", "perseguendo – dichiara Alfano – le condotte basate su pulsioni individualiste che rappresentano pur sempre un pericolo da neutralizzare".
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