Il viaggio lampo a Milano serve a Mario Monti a presentare in grande spolvero il ‘tridente’ Albertini-Ichino-Mauro, ma c’e’ grande tensione sulla presentazione delle liste ed il professore si vede costretto a rimandarne ancora l’annuncio, fissato per oggi. Enrico Bondi, il ministro Moavero e lo staff ristretto del professore, dopo infinite discussioni cancellano e aggiungono nomi ancora in queste ore, soprattutto a causa delle tensioni tra montezemoliani ed cattolici di Riccardi ed Olivero (si racconta di una lite al ritorno di Montezemolo dalle vacanze all’estero), che in un gioco di incastri con le pretese di Udc e Fli fanno slittare la chiusura della lista al Senato e dunque lasciano aperte anche quelle alla Camera, per accogliere depennati dell’ultima ora.
In attesa del colpo d’ala di Monti, che in ogni caso dovra’ chiudere la partita venerdì, si apre la grana dei direttivi di Italia Futura: i vertici di Campania, Toscana, Emilia e Lombardia sarebbero in rivolta e minacciano di non raccogliere le firme, scontenti di non veder in lista chi ha lavorato strenuamente sul territorio, fatto riunioni, raccolto fondi e ora deve cedere il passo in posti chiave, dovendo Montezemolo far spazio ai riccardiani o addirittura ad esponenti ex Pd.
Emblematico il ‘caso Ichino’, che andrebbe capolista al Senato per la Toscana (il direttore di Italia Futura Andrea Romano passerebbe alla Camera) essendo in Lombardia secondo in lista dopo Albertini (prima di Mauro e Della Vedova). Cosi’ l’uomo macchina di Montezemolo, Federico Vecchioni, dopo l’inciampo giudiziario che lo ha portato alle dimissioni da coordinatore nazionale di Italia Futura, sembrerebbe sul punto di dimettersi anche dal coordinamento regionale toscano, per il gran numero di renziani approdati nel progetto e per la scelta di Ichino come capolista. ‘Noi – racconta un montezemoliano – li’ abbiamo girato il territorio per un anno dicendo che siamo alternativi al centrosinistra e al centrodestra’.
In Veneto un uomo di Sant’Egidio sara’ capolista: il professore di sociologia dell’universita’ ‘Cattolica’ di Padova, Gianpiero Dalla Zuanna. Ne fa le spese Fabio Gava, uno dei fautori della caduta del governo Berlusconi, uomo vicinissimo a Montezemolo. E sembrano caduti nel dimenticatoio anche altri esponenti Pdl che si sono allontanati per tempo dal Cavaliere: a Cazzolla viene proposto un terzo posto in Emilia, Bertolini e Straquadanio sono fuori, Mantovano e Frattini non accettano di correre. L’ex ministro degli Esteri di Berlusconi cede il posto da capolista in Umbria a Linda Lanzillotta, preferendo non rischiare in un collegio non sicuro. Ed anche l’ex sottosegretario agli Interni si fa elegantemente indietro.
‘Avevo dato la mia disponibilita’ al progetto di Mario Monti perche’ vi scorgevo una occasione di rinnovamento. – sibila invece in modo assai meno elegante Santo Versace, tagliato fuori dalla Lombardia -. Ho visto emergere certe prassi che mi ricordano molto i partiti degli anni del compromesso storico. C’e’ chi racconta di ‘disegni politici’ ben precisi. ‘Riccardi e Casini hanno fatto di tutto per avere un numero di senatori sufficiente a fare i loro gruppi autonomi al Senato – spiega un ex Pdl -, in modo da avere le mani libere rispetto a Monti per favorire Bersani se fosse necessario’.
Altra grana in Friuli, dove capolista al Senato sara’ l’ex Pd Alessandro Malan, con grande sconcerto di cattolici e montezemoliani, per non dire degli uomini di Fli e Udc. Ma il caos vero e’ quello della Puglia – collegio considerato super sicuro – dove in testa alla lista va Mario Totaro, imprenditore putignanese iscritto a IF dal 2011, che distribuisce la linea di moda Dandyl’EN, creata da Elisabetta Tulliani (moglie di Gianfranco Fini) e Nicoletta Romanoff (figlia del candidato al Senato per la Lista Monti Giuseppe Consolo, finiano). ‘E’ falso che il signor Totaro sia socio dell’avvocato Elisabetta Tulliani – tuona Fini -. Non ho avuto alcun ruolo nella sua candidatura, proposta da Italia Futura, e lo dimostra che il candidato di Fli nel cappello di lista in Puglia e’ l’onorevole Alessandro Ruben’. E stavolta e’ il direttivo pugliese di Fli a dimettersi, minacciando di non raccogliere le firme.
Mentre Corrado Passera conferma che non ci sara’, restano comunque ‘blindate’ le nomine dei ministri Moavero, Balduzzi e Catania. Corre anche tutto il gruppo di testa di Italia Futura (Calenda, Romano, Tinagli, Perillo, Simoni) e stanno in una botte di ferro tutte le ‘new entry gia’ annunciate dal professore: Capua, Vezzali, Minetti, Girasole, Borletti Buitoni, Bombassei, Lentino. Per gli altri Enrico Bondi ha ancora penna e bianchetto in mano.
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