Mario Giro, sottosegretario agli Esteri con delega agli italiani nel mondo, nei giorni scorsi ha parlato di una diplomazia “per un mondo liquido”. Il politico prefigura una diplomazia liquida, nelle mani dei cosiddetti «diplomatici ‘laptop’». A Lettera43 spiega che il primo esperimento in questo senso avverrà proprio in Repubblica Dominicana.
Giro ne aveva già parlato con Ricky Filosa, direttore di Italiachiamaitalia.it, per il noto quotidiano dominicano ‘Listin diario’: «L’Italia manterrà a Santo Domingo, presso gli uffici dell’Ambasciata dell’Unione europea, un funzionario diplomatico stabile, che dipenderà dall’Ambasciata d’Italia a Panama, ma solo per una questione giuridica interna. In pratica, starà costantemente a Santo Domingo e opererà come un incaricato d’affari».
La cosiddetta scure sulle Ambasciate, come noto, ha colpito anche quella di Santo Domingo, chiusa dal 31 dicembre 2014. Forti sono state le proteste della comunità italiana in loco. Spiega Giro: «Nel consolare già esistono varie formule: dal consolato generale all’agenzia o allo ‘sportello’. Nel settore più propriamente diplomatico occorre un medesimo orientamento».
«I tagli ci sono e ci saranno, e noi dobbiamo anche fare i conti con la realtà. Non possiamo più pensare nei termini in cui pensavamo in passato. Detto questo, però lei citava giustamente il mio intervento in cui io auspico forme di presenza reale – che si possa ‘toccare’ quindi la persona, presenza fisica – ma leggere. Ok? E noi sperimentiamo tutto ciò per la prima volta proprio a Santo Domingo. Infatti, noi a Santo Domingo non è che chiudiamo – perché così è passata – ma in realtà noi sperimentiamo la prima Ambasciata laptop. Perché a Santo Domingo ci sarà l’incaricato d’affari, quindi un ambasciatore. Unica cosa è che, amministrativamente, i conti li faranno a Panama, che avrà una titolarità interna amministrativa. Per quanto riguarda il Governo della Repubblica Dominicana, noi avremo lì il nostro rappresentante diplomatico, che loro chiameranno ‘ambasciatore’. Noi in termini tecnici lo chiamiamo ‘incaricato d’affari’, ma lei sa che un incaricato d’affari esercita le funzioni di un ambasciatore. Punto. Ed è esattamente quello che lei dice. E avremo una bandiera, una presenza. Guardi che è questo il futuro! Questo è il futuro, non ci possiamo più permettere grandi Ambasciate, grandi Residenze».
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