“Non sappiamo se la cura Stamina possa alleviare sofferenze o allontanare spettri che farebbero paura a chiunque; il Ministero della Salute si è cautelato: nessuna autorizzazione alla terapia finchè le verifiche mediche non avranno chiarito la natura dei possibili effetti, realmente benefici o eventualmente nocivi. Rimangono inespresse, tuttavia, in tutta questa drammatica vicenda, le ragioni del cuore, quelle che accompagnano da un anno a questa parte la protesta e la richiesta di due malati di Sla, i fratelli Biviano, ostinatamente sicuri che quella cura possa rivelarsi comunque utile”. Così Pietro Cappelli, esponente del MAIE, Movimento Associativo Italiani all’Estero.
“I cittadini sono solidali e partecipi, vorrebbero unirsi a chi combatte una lotta impari non solo con il destino, ma anche con le leggi. Un gazebo posto accanto alla tenda in cui sono accampati da oltre un anno i fratelli Biviano – nella totale indifferenza di politica e istituzioni – potrebbe raccogliere migliaia di firme in grado di sbloccare una situazione che appare ormai ai limiti della barbarie. Inaccettabile, ribadiamo, il silenzio dei politici, come l’indifferenza delle istituzioni territoriali; incostituzionale la limitazione delle libertà, tra le quali il diritto di scegliere come vivere e come morire”.
Cappelli, originario di Lipari, come i Biviano, è stato più volte in visita ai due fratelli malati, portando parole di conforto e interessandosi alla loro difficile situazione.
“Negli ospedali – prosegue l’esponente del MAIE – qualsiasi intervento viene preceduto da una sottoscrizione firmata dal malato: perchè in questo caso non è sufficiente a procedere alle cure la volontà ampiamente manifestata da chi da un anno lotta con le poche forze che ha per ottenere una risposta? Che cosa si aspetta? Che ai fratelli Biviani la risposta arrivi dallo stato avanzato e irreversibile della malattia?”.
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