A distanza di quattro mesi dalla chiusura della sede consolare di Santo Domingo resta la sola opzione di viaggiare a Panama per il disbrigo delle pratiche consolari. Tuttavia la nostra è una comunità di pensionati e minorenni e di persone in genere con redditi molto bassi.
Premesso allora che quella di recarsi a Panama non è nemmeno una soluzione di emergenza perché è assolutamente inaccettabile, vorrei fare il punto della situazione sulle altre alternative ai fini dell’erogazione dei servizi consolari.
Il funzionario itinerante: è stato sperimentato giovedì e venerdì della settimana scorsa. Nove ore di disponibilità al pubblico non potevano rappresentare un sollievo per le esigenze dei nostri connazionali qui residenti relativamente ai passaporti, tenendo conto che il consolato di Santo Domingo ne rilasciava circa 100 al mese.
Gli italiani, a centinaia, hanno dovuto attendere sotto il sole cocente, vale a dire che la prossima volta potrebbe capitare anche una pioggia torrenziale, e pochi tra i presenti stanno ora aspettando che da Panama arrivi (come?) il loro passaporto.
Ai nostri connazionali non è stato riservato un trattamento dignitoso. Si tenga conto che gli italiani anche se all’estero sono italiani e che devono essere trattati come tali e non come clandestini in arrivo a Lampedusa, che tra l’altro ricevono un trattamento migliore. Inoltre la condotta dell’ambasciata di Panama dal punto di vista organizzativo lascia molto a desiderare in quanto non è stata fissata una data successiva in cui questo servizio sarebbe stato offerto ancora. Ci si chiede poi quanto è costata questa visita del funzionario itinerante. Ne sarà valsa la pena?
Tutti scontenti e migliaia di euro di trasferta, con spese di viaggio, di pernottamento e soggiorno, tutto al massimo livello, e con un funzionario che guarda di più al suo orologio che al disbrigo puntuale delle pratiche, tant’è che il giorno 17 aprile lo sportello è stato chiuso un’ora prima di quanto previsto.
I vice consoli onorari: sono il pilastro portante del progetto di privatizzazione dei servizi consolari esclusi i visti. L’unico attrezzato a tal fine è l’ing. Dina di nuova nomina. Gli altri dovrebbero essere rimossi. Fermo restando che se la Repubblica Dominicana non li autorizza sono tutti inutili comunque. Se dopo quattro mesi la RD non si è pronunciata è probabile che questo stato di cose persista sine die. In fondo secondo la convenzione di Vienna sui rapporti diplomatici non è previsto l’obbligo per il paese ospite di autorizzare i consoli onorari. Motivi per non autorizzarli la RD ne ha a iosa, per cui la domanda è: si intende rimanere a oltranza in attesa di un’autorizzazione che ha tutta l’aria di non venire affatto concessa, lasciando senza servizi consolari la nostra comunità?
Outsoarcing dei visti: ottimo affare senz’altro, per coloro a cui verrà assegnato, tenendo anche conto che siamo alle porte del Giubileo. La gara è stata indetta, ma sembra che nessuno dei partecipanti abbia avuto le carte in regola per vincerla. Non sarà facile che una società gradita alla Farnesina vinca la gara, per cui, anche qui, in presenza di una richiesta di 7000 visti l’anno che probabilmente raddoppierà con il Giubileo, cosa si intende fare, lasciare le cose così come stanno? Ci sono già tante famiglie dominicane residenti in Italia che si lamentano.
Immobili: la Farnesina non è riuscita a venderli e sappiamo perché. Sappiamo anche che se questi immobili non verranno riutilizzati per una sede diplomatica vera e propria, dovranno essere restituiti agli eredi dei donanti. A questo punto coloro che hanno forzato questa chiusura si renderanno colpevoli anche di una rilevante perdita per il demanio italiano.
Conclusione: chi ha deciso l’illegittima chiusura della sede consolare di Santo Domingo non teme le conseguenze del suo operato. Inutile argomentare, nessuno ci ascolta, "contro la forza la ragion non vale…". E qui abbiamo a che fare con prepotenza pura e si stanno violando diritti costituzionali, diritti umani basilari e quant’altro. C’è una miriade di gente che è vittima di questa immane ingiustizia. C’è tra noi comunque chi sta raccogliendo queste storie di disperazione. Ne vedremo delle belle!
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