Recuperare 10 miliardi dalla sanità. Tagli su tagli, dunque: è questo, in sintesi, il piano annunciato dal governo. Che però deve fare i conti con le regioni. Che sono sul piede di guerra. Roberto Maroni, governatore della Lombardia, intervistato da Libero commenta: “E’ una follia e finirà per penalizzare le regioni virtuose come la Lombardia e il Veneto. La mia non è una polemica politica, ma si rifà allo studio pubblicato la scorsa settimana da Confcommercio dal quale risulta che se tutte le regioni adottassero i criteri di spesa lombardi (soprattutto nella Sanità), ci sarebbero risparmi per 75 miliardi di euro", ma il governo "temo non lo faccia perché in questo modo dovrebbe intervenire in primis su quelle regioni del centro-sud governate dalla sinistra. L’ho detto anche a Renzi l’altro giorno quando ci siamo incontrati: ‘l’unica riforma possibile è quella dei costi standard. Se fai questa battaglia io sarò al tuo fianco’, ma temo che questo non succederà".
“Sui tagli orizzontali fatti da Roma io, Zaia e Toti siamo pronti a scatenare una rivoluzione”, assicura Maroni. “Soprattutto se si deciderà di agire senza interpellarci", “noi faremo le barricate”.
Si fa sentire anche Luca Zaia, governatore leghista del Veneto: “Ho una controproposta. Semplice. Mandiamo dei veneti a commissariare la sanità di certe Regioni, Non ci sarebbe più bisogno di alcun taglio", "è evidente che se ci sono quattro regioni del Sud che aprono voragini da oltre 5 miliardi, forse è là che bisogna guardare", "se serve mezzo miliardo alla Sicilia, non è meglio mandare un commissario non siciliano? Guardate i posti letto, il numero dei primari… non si riesce a tagliare? Noi capiamo l’imbarazzo, far pulizia in casa propria è difficile. E allora, mandate noi. E dateci carta bianca".
Il governatore della Toscana Enrico Rossi in una intervista a Repubblica avverte: “Attenzione ad accanirsi sulla sanità, si rischia di raggiungere un punto di rottura pericoloso. Sarebbe davvero una sciocchezza oltre che una penalizzazione per i cittadini. Il servizio pubblico è un patrimonio dell’Italia, un sistema che garantisce cure a tutti e che non costa più di quello degli altri paesi europei".
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