Un fronte comune per rompere la spirale del pessimismo: governo, banche e imprese devono lavorare insieme per rilanciare l’economia. Un rilancio che passa anche per una riallocazione del carico fiscale, riducendo le imposte su lavoro e imprese e reperendo fondi altrove tramite la lotta all’evasione. Negli ultimi mesi da direttore generale della Banca d’Italia, il neo ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, ha delineato la sua ricetta per l’economia italiana, che ora dovra’ attuare come titolare del dicastero di Via XX Settembre gia’ da domani, dove entrera’ ufficialmente dopo il passaggio di consegne avvenuto oggi con il suo predecessore Vittorio Grilli.
‘L’Italia sconta un problema di crescita’ ha detto nella sua ultima uscita pubblica a livello internazionale come numero due di Palazzo Koch. Era a Washington, solo una settimana fa, sul palcoscenico del Fondo Monetario Internazionale (Fmi). ‘Il problema da noi – sono state le sue parole – e’ la crescita: servirebbe una ricomposizione del bilancio pubblico per dare sostegno alle imprese e alle fasce deboli. Questa e’ un’impostazione di tipo politico che solo un governo puo’ dare’. E Saccomanni nel governo e’ entrato: stara’ a lui delineare la strada della crescita e della ripresa. E stara’ sempre a lui contribuire al recupero della fiducia essenziale contro la ‘spirale di pessimismo che si e’ venuta a creare’ e che va spezzata. Una delle sue prime sfide sara’ l’Imu, cosi’ come – piu’ in generale – la pressione fiscale che grava sugli italiani. ‘Abbiamo detto tante volte che la pressione fiscale e’ eccessiva, soprattutto su chi paga regolarmente le tasse’ aveva detto lo scorso ottobre da Capri intervenendo al convegno dei giovani di Confindustria. ‘Bisogna riallocare il carico fiscale, ridurre le imposte su lavoro e imprese e trovare i fondi altrove, tramite la riduzione delle spese improduttive e dell’evasione’, oltre a ‘nei limiti del possibile, caricare le quote piu’ alte di reddito e ricchezza del paese’.
Il tutto con un occhio ai conti pubblici. ‘Tutti vedono’ da questo punto di vista che ‘l’Italia sta meglio di altri paesi’: ‘il problema e’ la crescita’ dalla quale dipende anche il mercato del lavoro. ‘E’ chiaro – ha detto solo una settimana fa – che la sostenibilita’ della finanza pubblica e’ legata alla ripresa della crescita e su questo fronte non abbiamo fatto granche”. Da qui l’invito a uno ‘sforzo coordinato di governo, banche e imprese’ per il rilancio del Paese.
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