Ignazio Marino convoca una conferenza stampa in Campidoglio per spiegare le ragioni che lo hanno portato a rassegnare le dimissioni da sindaco di Roma. Le domande dei giornalisti in conferenza? Solo tre, poi Marino ha detto stop.
Ai giornalisti che gli chiedevano se avesse intenzione di ritirare le proprie dimissioni o di ricandidarsi, il sindaco dimissionario risponde: “Come prevede la legge mi sono preso i 20 giorni per riflettere e fare le verifiche". "Nella lettera di dimissioni al presidente Valeria Baglio ho scritto che mi sarei preso i venti giorni previsti dalla legge per riflettere. E’ quello che ribadisco anche adesso. Penso di riflettere e verificare". "Se ho ancora una maggioranza in Assemblea capitolina? Fa parte delle verifiche che bisognerà fare".
Marino dice di "non avere alcun commento" sugli scontrini riguardanti le sue spese sostenute al ristorante. Dopo una domanda posta da un giornalista del Corriere della Sera, che gli chiedeva conto degli scontrini, il primo cittadino ricorda di averne già parlato con la magistratura, ieri. E comunque "non ho mai utilizzato denaro pubblico a scopo privato, semmai il contrario come nel mio ultimo viaggio istituzionale".
Ma se Marino risponde solo a tre domande dei giornalisti, perché allora convoca una conferenza stampa? “Volevo parlare a voi ma soprattutto a romani e italiani spiegando che il 12 del mese ho firmato una lettera di dimissioni in seguito ad alcuni esposti presentati delle forze politiche, in particolare M5S e An-Fdi. Quindi ho deciso di dimettermi perche’ ho estremo rispetto dell’autorita’ giudiziaria e volevo presentarmi da dimissionario. Ringrazio la Procura per avermi voluto ascoltare da persona informata sui fatti: non sono indagato, sono entrato da persona informata sui fatti e uscito da persona informata sui fatti".
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