Un assaggio lo hanno dato oggi, con l’assedio in piazza del Campidoglio, il traffico del centro di Roma in tilt e gli asili chiusi. Ma sono pronti a rincarare la dose. I dipendenti capitolini, per i sindacati "i veri custodi delle chiavi della citta’", si dicono "umiliati" ed esigono che la scure dei tagli del sindaco non si abbatta sulle loro teste e sui loro salari accessori. E promettono scioperi e manifestazioni con annesso "blocco della citta’": prova del nove sara’ l’incontro di domani tra Marino e i sindacati, che oggi hanno inviato anche una diffida al sindaco.
"Se non sara’ assicurata la continuita’ dell’erogazione dei salari dei dipendenti, si dara’ necessariamente corso alle azioni di protesta", assicura Natale di Cola, segretario generale della Fp Cgil. Intanto stamani la carica dei 10.000, tanti erano in piazza del Campidoglio, hanno gridato la loro rabbia in un assedio che e’ stato anche sonoro, con fischietti, urla e cori di "Marino dimettiti".
A manifestare erano amministrativi, vigili urbani in divisa, educatrici scolastiche. "Perche’ dobbiamo pagare noi con i nostri salari? Andassero a tagliare gli stipendi dei manager che prendono un sacco di soldi – sbotta una di loro – Marino non sta mantenendo le promesse fatte. Aveva detto che ci avrebbe valorizzato e invece…".
In ballo c’e’ il rischio di un taglio in media di 200-250 euro al mese per i 24mila dipendenti capitolini gia’ a partire dalla busta paga di maggio.
Il sindaco stamani ha ribadito la sua posizione: "nessuno, nemmeno i sindacati, mi possono chiedere di operare contro la legge dello Stato. Non commetto atti contro la legalita’", riferendosi alle rilevazioni del Mef ovvero, spiega il sindaco, "che e’ contro la legge pagare salari accessori senza definire contrattualmente prestazioni accessorie". Per superare l’impasse il sindaco e’ tornato a sollecitare il governo a dare una riposta alla richiesta avanzata il 2 maggio scorso dall’Anci che chiede di rivedere la normativa, permettendo di erogare il salario accessorio i cui fondi sono gia’ stanziati nel bilancio 2014. Poi nel pomeriggio aggiunge: "siamo pronti a sederci, sin da subito, al tavolo coi sindacati per lavorare insieme alla stesura di un nuovo contratto decentrato, che riporti serenita’ e sicurezza ai dipendenti comunali".
I sindacati fanno intanto fronte comune: "Il Mef – spiega Di Cola – non contesta il fondo ma le modalita’ con cui viene erogato. A Marino vogliamo dire che non si minacciano tagli mentre c’e’ una trattativa. E poi, una volta per tutte – chiosa – il salario accessorio non e’ un bonus ma sono prestazioni, attivita’ accessorie che consentono a una citta’ complessa come Roma di andare avanti". Gli fa eco Giancarlo Cosentino della Cisl: "E’ inaccettabile che il governo dia 80 euro per rilanciare il Paese e Marino tagli 200 euro dagli stipendi. Stiamo pensando di non fare una sola giornata di sciopero ma scioperi di due o tre ore, all’apertura dei servizi. I dipendenti sono i veri custodi delle chiavi della citta’: aprono ogni giorno scuole, municipi e si occupano di sicurezza".