Matteo Renzi, protagonista nello studio televisivo di Porta a Porta, risponde alle critiche che arrivano dal mondo cattolico rispetto alla nuova legge sulle unioni civili, approvata mercoledì dal Parlamento con un voto di fiducia: “Mi aspettavo le critiche, ovviamente”, dice il premier, “ma stiamo ricevendo anche tanti messaggi di persone che ci ringraziano. L’atteggiamento negativo di parte della gerarchia e di parte del mondo cattolico era ovviamente atteso. Io sono cattolico ma faccio politica da laico: ho giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo". Detto questo, “ho rispetto di tutti e conoscendo il mio mondo sapevo che le polemiche ci sarebbero state”.
A proposito di immigrazione: "Se io chiudo le frontiere i terroristi rimangono dentro. Gli immigrati sono diminuiti abbastanza. Siamo passati da 36.000 a 31.000 di quest’anno, certo, non vuol dire nulla perché il problema esiste. Ma – sottolinea – dobbiamo dire agli italiani che stiamo affrontando una grande questione complicata, dobbiamo punire chi delinque, ma dobbiamo ricordare che queste persone fuggono da situazioni difficili".
"L’accordo con la Turchia funzionicchia. Il flusso si è ridotto". Ma "se c’è un Paese che ha diritto ad avere soldi è la Grecia. Se uno vede le immagini di Idomeni si deve vergognare di essere uomo". Sull’immigrazione "la credibilità del governo italiano ha portato chi diceva ‘è un tuo problema’ a dire ‘è un problema di tutti’. Le soluzioni funzionicchiano. Ora bisogna verificare se l’accordo con la Turchia, dopo le dimissioni del primo ministro, può andare avanti". E poi “basta buttare via i soldi dell’Europa in tanti progetti che non servono: mettiamoli nell’Africa, in Ghana, in Niger".
Il presidente del Consiglio torna ad assicurare che nel 2017 le tasse in Italia caleranno ancora: “Nel 2017 le tasse continueranno a scendere, ma non dirò come finchè non avrò numeri chiari. Stiamo facendo delle analisi". "L’Irpef sono 5 scaglioni, più che limarli di un punto sarebbe importante ridurli".
BANCHE "La classe dirigente di questo paese non ha mai avuto il coraggio di mettere mano alla riforma delle banche. Noi abbiamo riformato il sistema del credito. In questo paese c’e’ un meccanismo in cui i politici, d’accordo con gli esponenti del territorio e alcuni gruppi editoriali, erano in complicita’ con alcuni istituti di credito". "C’era un comune interesse a tacere sulle questioni. Non si e’ dedicato un terzo del tempo dato ai presunti buggerati delle banche, a ricostruire come un’intera classe dirigente di destra e sinistra negli anni ’90 e nei primi decenni del secolo hanno vissuto in complicita’ con alcuni istituti di credito".
SE PERDO IL REFERENDUM ME NE VADO A proposito del referendum di ottobre: "La riforma costituzionale non la voglio personalizzare io: io chiedo un voto nel merito". "Le posizioni di chi sostiene il no sono legittime, c’e’ un professore di diritto costituzionale con cui ho studiato, De Siervo, che ha spiegato motivazioni in modo attento, ma io non sono d’accordo: la riforma federale fatta del centrosinistra ha distrutto secondo me un pezzo di economia del Paese". "Non sono stato io a personalizzare il referendum. Ma ho detto che se perdo torno a fare il libero cittadino, mi dimetto il giorno dopo e certamente smetto con la politica: e’ finita l’epoca in cui rimangono sempre i soliti. I cittadini non sono abituati al fatto che se qualcuno perde va a casa perche’ in Italia non perde mai nessuno".
GIUSTIZIA "Per anni gli avvisi di garanzia sono stati strumentalizzati, anche dal centrosinistra, che ha sbagliato a farlo". "Smettiamo di usare gli avvisi di garanzia come strumenti di lotta politica".
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