Presto un vertice sulla Giustizia. Intanto dal giorno 1 gennaio siamo schiavi dei processi

Anche un processo può diventare un ergastolo grazie alla sospensione infinita della prescrizione, dopo il primo grado di giudizio

Il Ministro della Giustizia Bonafede ed il leader pentastellato Di Maio esultano per l’entrata in vigore dal 1° gennaio 2020 della sospensione sine die della prescrizione dopo il primo grado di giudizio d’un processo, sia in caso di condanna o di assoluzione. Un pugno in faccia al garantismo giuridico del nostro Paese.

Chissà perché l’avvocato in un dibattimento abbia sempre termini perentori per mettere su la propria difesa, per depositare prove, relazioni, e quant’altro. Mentre i magistrati dall’altro lato hanno uno spaventoso libero arbitrio, funzionari di Stato strabordanti di discrezionalità. L’unico argine a questa discrasia è la prescrizione dei reati. Ovvero l’impossibilità, oltre un tempo ragionevole dai fatti commessi, di potere essere rincorsi, giudicati e condannati, da un Tribunale.

Se per anni abbiamo parlato di Giustizia giusta, celere, snella, ora siamo giunti all’esatto opposto ideologico. Già prima non v’era nessuna fretta per l’accusa, ora può dormire sonni tranquilli, e tenere tecnicamente appeso a vita un cittadino con la spada di Damocle di un verdetto.

Il 7 gennaio ci sarà un vertice di Governo sul tema Giustizia, che riunirà 5Stelle, PD, Italia Viva e LeU, ognuno con la propria sensibilità sul tema. Nel frattempo gongola Di Maio festante: “Da oggi entra in vigore la norma che toglie finalmente la prescrizione. Abbiamo sempre detto che i furbetti non dovevano perdere tempo per farla franca e da oggi c’è una legge che stabilisce un po’ di fiducia tra i cittadini e le istituzioni”.

In un Paese tormentato, frustrato, spaventato dalle maglie della Giustizia, giustappunto bastava togliere la prescrizione per ristabilire fiducia. È come se si maledicesse il salvavita per non aver fatta sentire tutta la scarica a chi ha inserito le dita nella presa elettrica. In un sistema caotico e ad alta tensione, non vanno dilatati i tempi ma riorganizzato l’intero svolgimento processuale.

I cittadini recupererebbero fiducia con un processo snello, chiaro, sburocratizzato, e con step certi. In campo civile quanto penale, sono le lungaggini che spaventano, che allontanano dai Tribunali, e non la prescrizione, che anzi è una manna dal Cielo. Sia perché spinge ad agire in tempi celeri rispetto alle situazioni venutesi a creare, e sia dall’altra parte sapendo che non possono portarti dalla culla alla tomba con un carico pendente sulle spalle.