Ripetutamente abusata sessualmente da un sacerdote quando aveva tredici anni, e dopo una vita di sofferenze psicologiche, Marie Collins, irlandese, oggi 62enne, è intervenuta davanti a vescovi di tutto il mondo ad un convegno alla Pontificia università Gregoriana, sostenuto dal Vaticano, per raccontare la sua dolorosa esperienza ed avvertire che "chiedere scusa per le azioni dei preti autori di abusi non è sufficiente".
"Il mio unico dispiacere è che raramente riesco a praticare la mia religione cattolica", ha detto Collins. "La mia fede in Dio non è stata intaccata. Posso perdonare al mio aggressore le sue azioni, lui ha ammesso la sua colpa. Ma come posso riprendere ad avere rispetto per i vertici della mia Chiesa? Chiedere scusa per le azioni dei preti autori di abusi non è sufficiente. Ci deve essere – ha proseguito – il riconoscimento e l`ammissione di responsabilità per il male e la distruzione che è stata fatta nella vita delle vittime e le loro famiglie a causa della copertura spesso deliberata e per la cattiva gestione dei casi da parte dei loro superiori. E prima che io o altre vittime possiamo trovare una vera pace e guarigione. Il tentativo di salvare l`istituzione dallo scandalo – ha detto – ha prodotto il maggiore di tutti gli scandali, ha perpetuato il male degli abusi e distrutto la fede di molte vittime". Tra i partecipanti era presente il cardinale primate d’Irlanda, Sean Bredy, accusato nel suo paese di aver insabbiato in passato le accuse di una vittima di un sacerdote pedofilo.
Molte, a quanto riferito, le domande che i partecipanti al convegno ‘Verso la guarigione e il rinnovamento’ – rappresentanti di oltre cento conferenze episcopali, sacerdoti, suore, psicologi – hanno posto alla signora Collins a conclusione della sua testimonianza pronunciata a porte chiuse. "Il suo intervento ha dato il ‘la’ al convegno", ha detto in una conferenza stampa di fine mattinata mons. Stephen J. Rossetti, sacerdote della Catholic University of America ed esperto di contrasto agli abusi sessuali. "I vescovi erano colpiti. In passato ho ascoltato diverse vittime ma anche io oggi sono rimasto colpito. La signora Collins era nervosa, ha fatto uno sforzo coraggioso per parlare.
Alla fine un vescovo africano si è alzato ed ha ammesso che non si rendeva conto del problema". La stessa Collins, in una conferenza stampa successiva al suo intervento, ha spiegato: "Per me è stato difficile, ma era importante che la leadership della Chiesa ascoltasse l’esperienza di una vittima. Sono felice di averlo fatto". Per Collins, "ascoltare le vittime è importante, in passato non è stato fatto abbastanza, il Papa lo ha fatto e spero che i vescovi seguano il suo esempio". Questa sera i partecipanti al simposio dell’ateneo romano dei gesuiti parteciperanno alle 18.30 ad una veglia penitenziale alla chiesa di Sant’Ignazio, presieduta dal prefetto della congregazione dei vescovi, il cardinale canadese Marc Ouellet, e, dopo un quarto d’ora iniziale di silenzio, sette rappresentanti di altrettante categorie ecclesiastiche che in passato hanno compiuto errori nel contrasto alla pedofilia chiederanno scusa. "In passato per la mia esperienza sono stata molto critica della Chiesa, ma credo che questo simposio sia importante, penso che ci sia dietro il Papa e spero che sia il segno di un cambiamento", ha detto Collins. "Da cristiana credo al perdono. E’ importante che lo si chieda, poi le vittime possono accettarlo o meno".
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