Intervista caldissima quella che Giusepppe Scopelliti, governatore della Calabria, ha rilasciato ad ‘Avvenire’. Scopelliti non ha pietà di nessuno: il PdL è una catastrofe, sostiene, il crollo è clamoroso. Anche per questo, “manderei via il 75% dei parlamentari” del partito. Dichiarazioni che hanno scatenato un polverone nel Popolo della Libertà.
Ora i responsabili di questo flop abbiano il coraggio e la dignità di fare un passo indietro. Sarebbe una scelta per dimostrare “generosità”. “Manderei via il 75% dei parlamentari", riconfermerebbe "non più della metà dei consiglieri regionali azzurri" e nell’operazione pulizia coinvolgerebbe "anche i tre coordinatori nazionali" del partito. Dunque, via Bondi, via La Russa, via Verdini.
L’esponente pidiellino sottolinea che non desidera affatto “aprire una caccia alle streghe”, ma questo “è il momento delle scelte” e lo dico “perchè voglio bene al mio partito”. "Nicole Minetti? Non l’avrei mai candidata. E come lei tanti, troppi, indegni di stare in un partito come vorrei fosse il PdL”.
Coraggioso Scopelliti. Che ne ha anche per Formigoni e Alemanno. Il governatore della Lombardia “è bravo, ma in questa fase rischia di rimanere vittima di se stesso”. Il sindaco di Roma? “Uno che lavora e ha passione. Non ha avuto la fortuna di avere al suo fianco gente di qualità”. Eppure la capacità di un leader politico deve anche essere quella di saper scegliere i propri collaboratori…
Va bene, il partito è da rottamare, anzi da “formattare”, come sostengono i giovani formattatori del PdL. Ma almeno il segretario lo salviamo? Sì, è la risposta di Scopelliti, perchè Angelino Alfano “è l’unico con le caratteristiche giuste e davvero non vedo alternative. Ma deve essere meno democristiano, piu’ decisionista”.
Dopo aver letto l’intervista a Scopelliti, Sandro Bondi, sentitosi tirato in causa, in una nota scrive: “Scopelliti dovrebbe sapere che ho già rassegnato le mie dimissioni da coordinatore e lo invito ad avere piu’ rispetto per le persone". Bondi ricorda di avere già subito quella che definisce la “barbarie con cui sono state chieste le mie dimissioni da ministro". Anche per questo “non voglio che si ripeta lo stesso ingiusto accanimento da parte del mio stesso partito. A Scopelliti – conclude – auguro di lavorare bene e con onestà a favore della Calabria".
Da Bondi non potevamo aspettarci nulla di diverso. Diverso è invece il punto di vista di alcuni altri esponenti del PdL, fra cui la deputata Jole Santelli, secondo la quale le questioni sollevate dal governatore della Calabria “sono delicate e importanti per il futuro del PdL. E’ giusto avviare una riflessione nel partito in vista di sfide piu’ impegnative”, anche perchè in politica “il confronto dovrebbe essere la normale forma di crescita, il dibattito e’ necessario e i partiti devono evolversi e riuscire a rappresentare la speranza di un futuro migliore”.
Siamo d’accordo con l’On. Santelli. Confronto deve essere la parola d’ordine. E quando il partito perde la rotta giusta, bisogna avere il coraggio di sottolinearlo. Il PdL non sia il partito degli “yes men”, non più.
Intervista caldissima quella che Giusepppe Scopelliti, governatore della Calabria, ha rilasciato ad ‘Avvenire’. Scopelliti non ha pietà di nessuno: il PdL è una catastrofe, sostiene, il crollo è clamoroso. Anche per questo, “manderei via il 75% dei parlamentari” del partito. Dichiarazioni che hanno scatenato un polverone nel Popolo della Libertà.
Ora i responsabili di questo flop abbiano il coraggio e la dignità di fare un passo indietro. Sarebbe una scelta per dimostrare “generosità”. “Manderei via il 75% dei parlamentari", riconfermerebbe "non più della metà dei consiglieri regionali azzurri" e nell’operazione pulizia coinvolgerebbe "anche i tre coordinatori nazionali" del partito. Dunque, via Bondi, via La Russa, via Verdini.
L’esponente pidiellino sottolinea che non desidera affatto “aprire una caccia alle streghe”, ma questo “è il momento delle scelte” e lo dico “perchè voglio bene al mio partito”. "Nicole Minetti? Non l’avrei mai candidata. E come lei tanti, troppi, indegni di stare in un partito come vorrei fosse il PdL”.
Coraggioso Scopelliti. Che ne ha anche per Formigoni e Alemanno. Il governatore della Lombardia “è bravo, ma in questa fase rischia di rimanere vittima di se stesso”. Il sindaco di Roma? “Uno che lavora e ha passione. Non ha avuto la fortuna di avere al suo fianco gente di qualità”. Eppure la capacità di un leader politico deve anche essere quella di saper scegliere i propri collaboratori…
Va bene, il partito è da rottamare, anzi da “formattare”, come sostengono i giovani formattatori del PdL. Ma almeno il segretario lo salviamo? Sì, è la risposta di Scopelliti, perchè Angelino Alfano “è l’unico con le caratteristiche giuste e davvero non vedo alternative. Ma deve essere meno democristiano, piu’ decisionista”.
Dopo aver letto l’intervista a Scopelliti, Sandro Bondi, sentitosi tirato in causa, in una nota scrive: “Scopelliti dovrebbe sapere che ho già rassegnato le mie dimissioni da coordinatore e lo invito ad avere piu’ rispetto per le persone". Bondi ricorda di avere già subito quella che definisce la “barbarie con cui sono state chieste le mie dimissioni da ministro". Anche per questo “non voglio che si ripeta lo stesso ingiusto accanimento da parte del mio stesso partito. A Scopelliti – conclude – auguro di lavorare bene e con onestà a favore della Calabria".
Da Bondi non potevamo aspettarci nulla di diverso. Diverso è invece il punto di vista di alcuni altri esponenti del PdL, fra cui la deputata Jole Santelli, secondo la quale le questioni sollevate dal governatore della Calabria “sono delicate e importanti per il futuro del PdL. E’ giusto avviare una riflessione nel partito in vista di sfide piu’ impegnative”, anche perchè in politica “il confronto dovrebbe essere la normale forma di crescita, il dibattito e’ necessario e i partiti devono evolversi e riuscire a rappresentare la speranza di un futuro migliore”.
Siamo d’accordo con l’On. Santelli. Confronto deve essere la parola d’ordine. E quando il partito perde la rotta giusta, bisogna avere il coraggio di sottolinearlo. Il PdL non sia il partito degli “yes men”, non più.
Intervista caldissima quella che Giusepppe Scopelliti, governatore della Calabria, ha rilasciato ad ‘Avvenire’. Scopelliti non ha pietà di nessuno: il PdL è una catastrofe, sostiene, il crollo è clamoroso. Anche per questo, “manderei via il 75% dei parlamentari” del partito. Dichiarazioni che hanno scatenato un polverone nel Popolo della Libertà.
Ora i responsabili di questo flop abbiano il coraggio e la dignità di fare un passo indietro. Sarebbe una scelta per dimostrare “generosità”. “Manderei via il 75% dei parlamentari", riconfermerebbe "non più della metà dei consiglieri regionali azzurri" e nell’operazione pulizia coinvolgerebbe "anche i tre coordinatori nazionali" del partito. Dunque, via Bondi, via La Russa, via Verdini.
L’esponente pidiellino sottolinea che non desidera affatto “aprire una caccia alle streghe”, ma questo “è il momento delle scelte” e lo dico “perchè voglio bene al mio partito”. "Nicole Minetti? Non l’avrei mai candidata. E come lei tanti, troppi, indegni di stare in un partito come vorrei fosse il PdL”.
Coraggioso Scopelliti. Che ne ha anche per Formigoni e Alemanno. Il governatore della Lombardia “è bravo, ma in questa fase rischia di rimanere vittima di se stesso”. Il sindaco di Roma? “Uno che lavora e ha passione. Non ha avuto la fortuna di avere al suo fianco gente di qualità”. Eppure la capacità di un leader politico deve anche essere quella di saper scegliere i propri collaboratori…
Va bene, il partito è da rottamare, anzi da “formattare”, come sostengono i giovani formattatori del PdL. Ma almeno il segretario lo salviamo? Sì, è la risposta di Scopelliti, perchè Angelino Alfano “è l’unico con le caratteristiche giuste e davvero non vedo alternative. Ma deve essere meno democristiano, piu’ decisionista”.
Dopo aver letto l’intervista a Scopelliti, Sandro Bondi, sentitosi tirato in causa, in una nota scrive: “Scopelliti dovrebbe sapere che ho già rassegnato le mie dimissioni da coordinatore e lo invito ad avere piu’ rispetto per le persone". Bondi ricorda di avere già subito quella che definisce la “barbarie con cui sono state chieste le mie dimissioni da ministro". Anche per questo “non voglio che si ripeta lo stesso ingiusto accanimento da parte del mio stesso partito. A Scopelliti – conclude – auguro di lavorare bene e con onestà a favore della Calabria".
Da Bondi non potevamo aspettarci nulla di diverso. Diverso è invece il punto di vista di alcuni altri esponenti del PdL, fra cui la deputata Jole Santelli, secondo la quale le questioni sollevate dal governatore della Calabria “sono delicate e importanti per il futuro del PdL. E’ giusto avviare una riflessione nel partito in vista di sfide piu’ impegnative”, anche perchè in politica “il confronto dovrebbe essere la normale forma di crescita, il dibattito e’ necessario e i partiti devono evolversi e riuscire a rappresentare la speranza di un futuro migliore”.
Siamo d’accordo con l’On. Santelli. Confronto deve essere la parola d’ordine. E quando il partito perde la rotta giusta, bisogna avere il coraggio di sottolinearlo. Il PdL non sia il partito degli “yes men”, non più.
Intervista caldissima quella che Giusepppe Scopelliti, governatore della Calabria, ha rilasciato ad ‘Avvenire’. Scopelliti non ha pietà di nessuno: il PdL è una catastrofe, sostiene, il crollo è clamoroso. Anche per questo, “manderei via il 75% dei parlamentari” del partito. Dichiarazioni che hanno scatenato un polverone nel Popolo della Libertà.
Ora i responsabili di questo flop abbiano il coraggio e la dignità di fare un passo indietro. Sarebbe una scelta per dimostrare “generosità”. “Manderei via il 75% dei parlamentari", riconfermerebbe "non più della metà dei consiglieri regionali azzurri" e nell’operazione pulizia coinvolgerebbe "anche i tre coordinatori nazionali" del partito. Dunque, via Bondi, via La Russa, via Verdini.
L’esponente pidiellino sottolinea che non desidera affatto “aprire una caccia alle streghe”, ma questo “è il momento delle scelte” e lo dico “perchè voglio bene al mio partito”. "Nicole Minetti? Non l’avrei mai candidata. E come lei tanti, troppi, indegni di stare in un partito come vorrei fosse il PdL”.
Coraggioso Scopelliti. Che ne ha anche per Formigoni e Alemanno. Il governatore della Lombardia “è bravo, ma in questa fase rischia di rimanere vittima di se stesso”. Il sindaco di Roma? “Uno che lavora e ha passione. Non ha avuto la fortuna di avere al suo fianco gente di qualità”. Eppure la capacità di un leader politico deve anche essere quella di saper scegliere i propri collaboratori…
Va bene, il partito è da rottamare, anzi da “formattare”, come sostengono i giovani formattatori del PdL. Ma almeno il segretario lo salviamo? Sì, è la risposta di Scopelliti, perchè Angelino Alfano “è l’unico con le caratteristiche giuste e davvero non vedo alternative. Ma deve essere meno democristiano, piu’ decisionista”.
Dopo aver letto l’intervista a Scopelliti, Sandro Bondi, sentitosi tirato in causa, in una nota scrive: “Scopelliti dovrebbe sapere che ho già rassegnato le mie dimissioni da coordinatore e lo invito ad avere piu’ rispetto per le persone". Bondi ricorda di avere già subito quella che definisce la “barbarie con cui sono state chieste le mie dimissioni da ministro". Anche per questo “non voglio che si ripeta lo stesso ingiusto accanimento da parte del mio stesso partito. A Scopelliti – conclude – auguro di lavorare bene e con onestà a favore della Calabria".
Da Bondi non potevamo aspettarci nulla di diverso. Diverso è invece il punto di vista di alcuni altri esponenti del PdL, fra cui la deputata Jole Santelli, secondo la quale le questioni sollevate dal governatore della Calabria “sono delicate e importanti per il futuro del PdL. E’ giusto avviare una riflessione nel partito in vista di sfide piu’ impegnative”, anche perchè in politica “il confronto dovrebbe essere la normale forma di crescita, il dibattito e’ necessario e i partiti devono evolversi e riuscire a rappresentare la speranza di un futuro migliore”.
Siamo d’accordo con l’On. Santelli. Confronto deve essere la parola d’ordine. E quando il partito perde la rotta giusta, bisogna avere il coraggio di sottolinearlo. Il PdL non sia il partito degli “yes men”, non più.
Intervista caldissima quella che Giusepppe Scopelliti, governatore della Calabria, ha rilasciato ad ‘Avvenire’. Scopelliti non ha pietà di nessuno: il PdL è una catastrofe, sostiene, il crollo è clamoroso. Anche per questo, “manderei via il 75% dei parlamentari” del partito. Dichiarazioni che hanno scatenato un polverone nel Popolo della Libertà.
Ora i responsabili di questo flop abbiano il coraggio e la dignità di fare un passo indietro. Sarebbe una scelta per dimostrare “generosità”. “Manderei via il 75% dei parlamentari", riconfermerebbe "non più della metà dei consiglieri regionali azzurri" e nell’operazione pulizia coinvolgerebbe "anche i tre coordinatori nazionali" del partito. Dunque, via Bondi, via La Russa, via Verdini.
L’esponente pidiellino sottolinea che non desidera affatto “aprire una caccia alle streghe”, ma questo “è il momento delle scelte” e lo dico “perchè voglio bene al mio partito”. "Nicole Minetti? Non l’avrei mai candidata. E come lei tanti, troppi, indegni di stare in un partito come vorrei fosse il PdL”.
Coraggioso Scopelliti. Che ne ha anche per Formigoni e Alemanno. Il governatore della Lombardia “è bravo, ma in questa fase rischia di rimanere vittima di se stesso”. Il sindaco di Roma? “Uno che lavora e ha passione. Non ha avuto la fortuna di avere al suo fianco gente di qualità”. Eppure la capacità di un leader politico deve anche essere quella di saper scegliere i propri collaboratori…
Va bene, il partito è da rottamare, anzi da “formattare”, come sostengono i giovani formattatori del PdL. Ma almeno il segretario lo salviamo? Sì, è la risposta di Scopelliti, perchè Angelino Alfano “è l’unico con le caratteristiche giuste e davvero non vedo alternative. Ma deve essere meno democristiano, piu’ decisionista”.
Dopo aver letto l’intervista a Scopelliti, Sandro Bondi, sentitosi tirato in causa, in una nota scrive: “Scopelliti dovrebbe sapere che ho già rassegnato le mie dimissioni da coordinatore e lo invito ad avere piu’ rispetto per le persone". Bondi ricorda di avere già subito quella che definisce la “barbarie con cui sono state chieste le mie dimissioni da ministro". Anche per questo “non voglio che si ripeta lo stesso ingiusto accanimento da parte del mio stesso partito. A Scopelliti – conclude – auguro di lavorare bene e con onestà a favore della Calabria".
Da Bondi non potevamo aspettarci nulla di diverso. Diverso è invece il punto di vista di alcuni altri esponenti del PdL, fra cui la deputata Jole Santelli, secondo la quale le questioni sollevate dal governatore della Calabria “sono delicate e importanti per il futuro del PdL. E’ giusto avviare una riflessione nel partito in vista di sfide piu’ impegnative”, anche perchè in politica “il confronto dovrebbe essere la normale forma di crescita, il dibattito e’ necessario e i partiti devono evolversi e riuscire a rappresentare la speranza di un futuro migliore”.
Siamo d’accordo con l’On. Santelli. Confronto deve essere la parola d’ordine. E quando il partito perde la rotta giusta, bisogna avere il coraggio di sottolinearlo. Il PdL non sia il partito degli “yes men”, non più.
Intervista caldissima quella che Giusepppe Scopelliti, governatore della Calabria, ha rilasciato ad ‘Avvenire’. Scopelliti non ha pietà di nessuno: il PdL è una catastrofe, sostiene, il crollo è clamoroso. Anche per questo, “manderei via il 75% dei parlamentari” del partito. Dichiarazioni che hanno scatenato un polverone nel Popolo della Libertà.
Ora i responsabili di questo flop abbiano il coraggio e la dignità di fare un passo indietro. Sarebbe una scelta per dimostrare “generosità”. “Manderei via il 75% dei parlamentari", riconfermerebbe "non più della metà dei consiglieri regionali azzurri" e nell’operazione pulizia coinvolgerebbe "anche i tre coordinatori nazionali" del partito. Dunque, via Bondi, via La Russa, via Verdini.
L’esponente pidiellino sottolinea che non desidera affatto “aprire una caccia alle streghe”, ma questo “è il momento delle scelte” e lo dico “perchè voglio bene al mio partito”. "Nicole Minetti? Non l’avrei mai candidata. E come lei tanti, troppi, indegni di stare in un partito come vorrei fosse il PdL”.
Coraggioso Scopelliti. Che ne ha anche per Formigoni e Alemanno. Il governatore della Lombardia “è bravo, ma in questa fase rischia di rimanere vittima di se stesso”. Il sindaco di Roma? “Uno che lavora e ha passione. Non ha avuto la fortuna di avere al suo fianco gente di qualità”. Eppure la capacità di un leader politico deve anche essere quella di saper scegliere i propri collaboratori…
Va bene, il partito è da rottamare, anzi da “formattare”, come sostengono i giovani formattatori del PdL. Ma almeno il segretario lo salviamo? Sì, è la risposta di Scopelliti, perchè Angelino Alfano “è l’unico con le caratteristiche giuste e davvero non vedo alternative. Ma deve essere meno democristiano, piu’ decisionista”.
Dopo aver letto l’intervista a Scopelliti, Sandro Bondi, sentitosi tirato in causa, in una nota scrive: “Scopelliti dovrebbe sapere che ho già rassegnato le mie dimissioni da coordinatore e lo invito ad avere piu’ rispetto per le persone". Bondi ricorda di avere già subito quella che definisce la “barbarie con cui sono state chieste le mie dimissioni da ministro". Anche per questo “non voglio che si ripeta lo stesso ingiusto accanimento da parte del mio stesso partito. A Scopelliti – conclude – auguro di lavorare bene e con onestà a favore della Calabria".
Da Bondi non potevamo aspettarci nulla di diverso. Diverso è invece il punto di vista di alcuni altri esponenti del PdL, fra cui la deputata Jole Santelli, secondo la quale le questioni sollevate dal governatore della Calabria “sono delicate e importanti per il futuro del PdL. E’ giusto avviare una riflessione nel partito in vista di sfide piu’ impegnative”, anche perchè in politica “il confronto dovrebbe essere la normale forma di crescita, il dibattito e’ necessario e i partiti devono evolversi e riuscire a rappresentare la speranza di un futuro migliore”.
Siamo d’accordo con l’On. Santelli. Confronto deve essere la parola d’ordine. E quando il partito perde la rotta giusta, bisogna avere il coraggio di sottolinearlo. Il PdL non sia il partito degli “yes men”, non più.
Intervista caldissima quella che Giusepppe Scopelliti, governatore della Calabria, ha rilasciato ad ‘Avvenire’. Scopelliti non ha pietà di nessuno: il PdL è una catastrofe, sostiene, il crollo è clamoroso. Anche per questo, “manderei via il 75% dei parlamentari” del partito. Dichiarazioni che hanno scatenato un polverone nel Popolo della Libertà.
Ora i responsabili di questo flop abbiano il coraggio e la dignità di fare un passo indietro. Sarebbe una scelta per dimostrare “generosità”. “Manderei via il 75% dei parlamentari", riconfermerebbe "non più della metà dei consiglieri regionali azzurri" e nell’operazione pulizia coinvolgerebbe "anche i tre coordinatori nazionali" del partito. Dunque, via Bondi, via La Russa, via Verdini.
L’esponente pidiellino sottolinea che non desidera affatto “aprire una caccia alle streghe”, ma questo “è il momento delle scelte” e lo dico “perchè voglio bene al mio partito”. "Nicole Minetti? Non l’avrei mai candidata. E come lei tanti, troppi, indegni di stare in un partito come vorrei fosse il PdL”.
Coraggioso Scopelliti. Che ne ha anche per Formigoni e Alemanno. Il governatore della Lombardia “è bravo, ma in questa fase rischia di rimanere vittima di se stesso”. Il sindaco di Roma? “Uno che lavora e ha passione. Non ha avuto la fortuna di avere al suo fianco gente di qualità”. Eppure la capacità di un leader politico deve anche essere quella di saper scegliere i propri collaboratori…
Va bene, il partito è da rottamare, anzi da “formattare”, come sostengono i giovani formattatori del PdL. Ma almeno il segretario lo salviamo? Sì, è la risposta di Scopelliti, perchè Angelino Alfano “è l’unico con le caratteristiche giuste e davvero non vedo alternative. Ma deve essere meno democristiano, piu’ decisionista”.
Dopo aver letto l’intervista a Scopelliti, Sandro Bondi, sentitosi tirato in causa, in una nota scrive: “Scopelliti dovrebbe sapere che ho già rassegnato le mie dimissioni da coordinatore e lo invito ad avere piu’ rispetto per le persone". Bondi ricorda di avere già subito quella che definisce la “barbarie con cui sono state chieste le mie dimissioni da ministro". Anche per questo “non voglio che si ripeta lo stesso ingiusto accanimento da parte del mio stesso partito. A Scopelliti – conclude – auguro di lavorare bene e con onestà a favore della Calabria".
Da Bondi non potevamo aspettarci nulla di diverso. Diverso è invece il punto di vista di alcuni altri esponenti del PdL, fra cui la deputata Jole Santelli, secondo la quale le questioni sollevate dal governatore della Calabria “sono delicate e importanti per il futuro del PdL. E’ giusto avviare una riflessione nel partito in vista di sfide piu’ impegnative”, anche perchè in politica “il confronto dovrebbe essere la normale forma di crescita, il dibattito e’ necessario e i partiti devono evolversi e riuscire a rappresentare la speranza di un futuro migliore”.
Siamo d’accordo con l’On. Santelli. Confronto deve essere la parola d’ordine. E quando il partito perde la rotta giusta, bisogna avere il coraggio di sottolinearlo. Il PdL non sia il partito degli “yes men”, non più.
Intervista caldissima quella che Giusepppe Scopelliti, governatore della Calabria, ha rilasciato ad ‘Avvenire’. Scopelliti non ha pietà di nessuno: il PdL è una catastrofe, sostiene, il crollo è clamoroso. Anche per questo, “manderei via il 75% dei parlamentari” del partito. Dichiarazioni che hanno scatenato un polverone nel Popolo della Libertà.
Ora i responsabili di questo flop abbiano il coraggio e la dignità di fare un passo indietro. Sarebbe una scelta per dimostrare “generosità”. “Manderei via il 75% dei parlamentari", riconfermerebbe "non più della metà dei consiglieri regionali azzurri" e nell’operazione pulizia coinvolgerebbe "anche i tre coordinatori nazionali" del partito. Dunque, via Bondi, via La Russa, via Verdini.
L’esponente pidiellino sottolinea che non desidera affatto “aprire una caccia alle streghe”, ma questo “è il momento delle scelte” e lo dico “perchè voglio bene al mio partito”. "Nicole Minetti? Non l’avrei mai candidata. E come lei tanti, troppi, indegni di stare in un partito come vorrei fosse il PdL”.
Coraggioso Scopelliti. Che ne ha anche per Formigoni e Alemanno. Il governatore della Lombardia “è bravo, ma in questa fase rischia di rimanere vittima di se stesso”. Il sindaco di Roma? “Uno che lavora e ha passione. Non ha avuto la fortuna di avere al suo fianco gente di qualità”. Eppure la capacità di un leader politico deve anche essere quella di saper scegliere i propri collaboratori…
Va bene, il partito è da rottamare, anzi da “formattare”, come sostengono i giovani formattatori del PdL. Ma almeno il segretario lo salviamo? Sì, è la risposta di Scopelliti, perchè Angelino Alfano “è l’unico con le caratteristiche giuste e davvero non vedo alternative. Ma deve essere meno democristiano, piu’ decisionista”.
Dopo aver letto l’intervista a Scopelliti, Sandro Bondi, sentitosi tirato in causa, in una nota scrive: “Scopelliti dovrebbe sapere che ho già rassegnato le mie dimissioni da coordinatore e lo invito ad avere piu’ rispetto per le persone". Bondi ricorda di avere già subito quella che definisce la “barbarie con cui sono state chieste le mie dimissioni da ministro". Anche per questo “non voglio che si ripeta lo stesso ingiusto accanimento da parte del mio stesso partito. A Scopelliti – conclude – auguro di lavorare bene e con onestà a favore della Calabria".
Da Bondi non potevamo aspettarci nulla di diverso. Diverso è invece il punto di vista di alcuni altri esponenti del PdL, fra cui la deputata Jole Santelli, secondo la quale le questioni sollevate dal governatore della Calabria “sono delicate e importanti per il futuro del PdL. E’ giusto avviare una riflessione nel partito in vista di sfide piu’ impegnative”, anche perchè in politica “il confronto dovrebbe essere la normale forma di crescita, il dibattito e’ necessario e i partiti devono evolversi e riuscire a rappresentare la speranza di un futuro migliore”.
Siamo d’accordo con l’On. Santelli. Confronto deve essere la parola d’ordine. E quando il partito perde la rotta giusta, bisogna avere il coraggio di sottolinearlo. Il PdL non sia il partito degli “yes men”, non più.
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